IN OCCASIONE DELLA DIVINA APPARIZIONE DI JĀHNAVĀ-MĀTĀ E DI SĪTĀ-DEVĪ

DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA

Oggi, 05 maggio 2025, ricorre il giorno della divina apparizione di Jāhnavā-mātā e di Sītā-devī. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo un estratto di un bhāva anuvāda della kathā data da Śrīla Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja nello stesso tithi dell'8 maggio 2014 e del 5 maggio 2017.

Oggi è il giorno dell'apparizione di Jāhnavā-mātā, la consorte del Signore Nityānanda (Nityānanda-śakti). È anche il giorno dell'apparizione di Sītā-devī, la consorte del Signore Ramacandra.

IL MOTIVO DELL'AVVENTO DI SĪTÀ DEVI

Perché Sītā-devī è apparsa in questo mondo? Per sradicare i potenti e indomabili asceti che non potevano essere sconfitti da nessun altro [tranne Bhagavān]. Sītā-devī compì il Suo passatempo dell’apparizione per il benessere di tutto il mondo.

Nella Sua vita precedente era la figlia del saggio brāhmaṇa Kuśadhvaja [figlio di Bṛhaspati], un saggio immensamente splendente e il più elevato dei brahmana. Kuśadhvaja le dette il nome di Vedavatī, che significa "l'incarnazione dei Veda" [poiché Kuśadhvaja era sempre assorto nello studio e nella recitazione dei Veda]. Lei era una vāgmayi kanyā; vale a dire, nacque con la semplice pronuncia di parole.

Più tardi, vedendo la bellezza senza pari della giovane Vedavatī, Rāvaṇa desiderò sposare Vedavatī, tuttavia lei rifiutò categoricamente la proposta, dicendo: "Accetterò solo Viṣṇu come mio marito e non un'anima condizionata." Infuriato per essere stato respinto, Rāvaṇa l'afferrò per i capelli. A sua volta molto arrabbiata, si tagliò immediatamente i capelli, ma si trattenne dal maledirlo perché avrebbe perso il merito che aveva accumulato a forza delle Sue penitenze. Ma gli disse: “Se davvero ho compiuto austerità, atti pii, beneficenza, sacrifici del fuoco e simili in questa nascita, apparirò come una donna casta nella mia prossima vita e diventerò la causa della tua distruzione.” Detto questo si immolò [perché sentì la sua castità infangata da Rāvaṇa].

Nella sua vita successiva, fu trovata in un solco della terra dal re Janaka che l’adottò. Per questo motivo le venne dato il nome Sītā (che significa "solco" in sanscrito). [Il re Janaka era suo padre adottivo.] Così divenne nota come Janaka-nandinī Sītā. In un altro kalpa, fu trovata su un fiore di loto.

AL DI LA’ DELLA GIURISDIZIONE DEI MATERIALISTI

In realtà, Rāvaṇa può mai rapire Sītā-devī? Quando Rāvaṇa cercò di rapirla, l'originale Sītā-devī si rifugiò da Agni, il dio-fuoco, mentre Rāvaṇa poté mettere le mani solo sulla forma materiale illusoria di Sītā (Chāyā-sitā).

Le Scritture affermano:

ataḥ śrī-kṛṣṇa-nāmādi
na bhaved grāhyam indriyaiḥ
sevonmukhe hi jihvādau
svayam eva sphuraty adaḥ

(Bhakti-rasāmṛta-sindhu 1.2.234)

[“Nessuno può capire Krishna così com’è attraverso gli ottusi sensi materiali. Ma Lui si rivela ai devoti, compiaciuto di loro per il loro servizio d'amore trascendentale a Lui.”

Sītā-devī è la potenza interna di Bhagavān, e non può mai essere compresa attraverso i sensi materialmente contaminati. Come può quindi qualcuno come Rāvaṇa ottenere l'idoneità a toccarLa o rapirLa?

Sītā-devī è l'energia di Bhagavān Śrī Rāma. Energia ed energetico sono la stessa cosa, non differenti. Śakti-śaktimator abhedaḥ: "Non c'è differenza tra la potenza e Colui che la possiede."

Alla fine quando Srī Rāma salvò Sītā-devī, le fece eseguire l’Agni-parīkṣa [un test in cui doveva entrare nel fuoco per dimostrare la Sua purezza]. Allora il dio del fuoco restituì la vera Sītā che aveva protetto e trattenuto in precedenza. E la forma materiale illusoria di Sītā rimase sotto la custodia di Agni-deva.

LA STORIA DI RĀMADĀSA VIPRA

Nell'India meridionale viveva un devoto di Sri Rama di nome Ramadasa Vipra. Sentendo che Rāvaṇa aveva rapito Sītā-devī, la madre dell'universo, aveva smesso di mangiare. Invitò Caitanya Mahāprabhu a casa sua, ma non cucinò nulla perché era assorto nel pensiero “quando Lakṣamaṇa porterà le verdure a foglia verde, le radici e i frutti dalla foresta, allora cucinerò” [per ispirazione di Sītā–devī (Caitanya-caritāmṛta, Madhya, 9.183)]. Era assorto in tale sentimento. Era conosciuto come Rāma-japī; cantava il santo nome del Signore Rama. [Mahāprabhu gli assicurò che Rāvaṇa non avrebbe mai potuto toccare la vera Sītā.] Più tardi, quando Caitanya Mahāprabhu gli portò le prove dal Kūrma Purāṇa che confermavano che Rāvaṇa aveva preso solo la Chāyā-sitā e non la vera Sītā, Rāmadāsa Vipra divenne estatico.

Quindi in questo giorno della Sua apparizione, preghiamo per ricevere la Sua misericordia affinché possiamo raggiungere la devozione al Signore Supremo. Lei può garantirci quella devozione.

L’APPARIZIONE DI JĀHNAVĀ MĀTĀ

Oggi è anche il giorno dell'apparizione di Jāhnavā Mātā. È la śakti di Nityānanda, la potenza divina di Nityānanda. Accettando Sūryadāsa Paṇḍita come suo padre, apparve a Kālnā. Jāhnavā è Revatī nei kṛṣṇa-līlā e sua sorella Vasudhā è Varuṇī [VEDI NOTA FINALE]. Entrambe le sorelle furono sposate a Nityānanda Prabhu ed entrambe sono śakti di Nityānanda. Sono anche menzionate nel vaiṣṇava-vandanā - 'vasudhā jāhnavā vando dui ṭhākurānī'.

UNA GUIDA PER TUTTI

Jāhnavā Mātā era estremamente coraggiosa e le Sue glorie sono illimitate. Dopo la scomparsa di Nityānanda Prabhu, divenne la guida riverita di tutti i Vaiṣṇava di Gauḍa-maṇḍala, Kṣetra-maṇḍala e Vraja-maṇḍala. Cercavano la Sua direzione per risolvere tutti i loro dilemmi e agivano secondo le Sue istruzioni.

IL FESTIVAL DI KHETURĪ CONDOTTO SOTTO I SUOI AUSPICI

Una volta, a seguito di un sogno, Narottama Dāsa Ṭhākura andò in un granaio abbandonato appartenente a un brāhmaṇa e gli chiese il permesso di accedervi. Nonostante fosse stato avvertito che nessuno osava avventurarsi lì perché il posto era infestato da molti serpenti velenosi, Narottama affermò che non c’era problema. Quando entrò, non fu attaccato da nessun serpente. Lì, vi scoprì sei Divinità che di fatto erano sorvegliate da quei serpenti velenosi. [Le sei Divinità scoperte furono: Śrī Gaurāṅga-deva, Śrī Vallabhī-kānta, Śrī Vraja-mohana, Śrī Rādhā-kānta, Śrī Rādhā-ramaṇa e Śrī Kṛṣṇa.]

Quando poi Narottama si rivolse a Jāhnavā Mātā per ricevere istruzioni, Lei lo istruì: “Queste Divinità si sono auto-manifestate e quindi non è necessaria alcuna installazione formale [prāṇa-pratiṣṭhā]. Deve essere eseguita solo la mahā-abhiṣeka. Invita Śrīnivāsa Ācārya a eseguire la mahā-abhiṣeka, mentre Śyāmānanda, Rāmacandra Kavirāja e tu farete il servizio di eseguire il kīrtana. Invita tutti i Vaiṣṇava di e intorno a Gauḍa-maṇḍala, Kṣetra-maṇḍala e Vraja-maṇḍala e organizza opportunamente tutto.”

Sebbene Narottama Dāsa fosse un principe, aveva lasciato in eredità il suo trono a suo cugino Santoṣa. Quindi fu il re Santoṣa che organizzò tutto per il grande festival, incluso il prasāda sevā e la sistemazione adatta a tutti i Vaiṣṇava. Jāhnavā Mātā, che è Annapūrṇā [Colei che fornisce cibo simile al nettare e cure nutrienti per il corpo e l'anima], si assunse la responsabilità di preparare tutta la bhoga per le Divinità. Essendo Annapūrṇā, anche solo supervisionando tutto, non ci sarebbe stata scarsità. Sotto gli auspici di Jāhnavā Mātā, tutti i grandi Vaiṣṇava furono lasciati andare in modo appropriato dal re Santoṣa.

UNA MANIFESTAZIONE DI OPULENZA

Una volta, mentre Jāhnavā Mātā era assorta nel rotolare i luci [pane (puri) indiano fritto fatto con farina raffinata] per l’offerta a Ṭhākurajī, Vīrabhadra, il figlio di Nityānanda Prabhu, arrivò improvvisamente in cucina. Dato che era culturalmente appropriato tenere sempre la testa coperta [con l'estremità libera dei sārī] specialmente di fronte agli uomini, avendo entrambe le mani impegnate nel sevā, manifestò spontaneamente un'altra mano per tirare il velo sopra la sua testa. Testimone di ciò, Vīrabhadra [che fu colpito da timore reverenziale] prese rifugio nei Suoi piedi di loto e divenne suo discepolo.

PASSATEMPI A VṚNDĀVANA

Jāhnavā Mātā aveva una presenza molto divina. Dopo la cerimonia a Kheturī, Jāhnavā Mātā partì per Vṛndāvana e sulla strada liberò molte persone subdole che, sebbene inizialmente si rivolgessero a lei come a una vedova brāhmaṇa, testimoni poi della Sua potenza, divennero Suoi discepoli.

La divinità di Srīmati Rādhārāṇī del Gopīnātha Mandira fu offerta da Jāhnavā Mātā. E a Khardāha manifestò la Divinità di Sri Krishna. Stabilì anche una Divinità di Mahāprabhu e iniziò l'adorazione quotidiana di queste Divinità. Al Rādhā kuṇḍa, il luogo in cui Jāhnavā Mātā faceva il bagno, alla fine divenne noto come Jāhnavā Ghāṭa. [C'è anche un piccolo santuario in onore del posto in cui si sedeva al Rādhā-kuṇḍa chiamato Jāhnavā Mā Baiṭhaka] Coloro che eseguono il parikramā sotto la guida dei Vaiṣṇava avanzati possono vederlo lì.

Oggi è il giorno dell'apparizione di Jāhnavā Mātā e Sītā-devī. Non sono anime condizionate come noi. Appaiono in questo mondo solo per il benessere di tutti.

Jay! Śrīmatī Sītā-devī Ki-jay!! Śrīmatī Jāhnavā-devī Ki-jay!!

[NOTA FINALE]

Dal Gaura-gaṇoddeśa-dīpikā 65 e 66 (bvml.org)

65. Le due mogli del Signore Balarāma, Śrīmatī Varuṇī-devī e Śrīmatī Revatī-devī, sono apparse durante i passatempi di Sri Caitanya come Śrīmatī Vasudhā-devī e Śrīmatī Jāhnavā-devī, le due care mogli del Signore Nityananda, e le figlie della grande personalità Sri Suryadasa. Il loro padre, Sūryadāsa, era stato in precedenza Mahārāja Kakudmi. La sua lucentezza corporea lo rendeva brillante come il sole.

66. Alcuni sostengono che Śrīmatī Vasudhā-devī sia l'incarnazione di Śrīmatī Anaṅga-mañjari, mentre altri sostengono che fosse Śrīmatī Jāhnavā-devī ad essere l'incarnazione di Śrīmatī Anaṅga-mañjarī. In verità, entrambe le opinioni sono corrette. Sono entrambe incarnazioni di Śrīmatī Anaṅga-mañjarī.

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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it