Ispirato da Srila Shyam Das Baba


IN OCCASIONE DI NṚSIṀHA-CATURDASI, LA DIVINA APPARIZIONE DEL SIGNORE NṚSIṀHADEVA
DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA
Oggi, 11 maggio 2025, si celebra Nṛsiṁha-caturdasi, la divina apparizione del Signore Nṛsiṁhadeva. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo un estratto di un bhāva anuvāda della kathā data da Śrīla Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja nello stesso tithi del 13 maggio 2014 e del 9 maggio 2017.
[Śrīla Mahārāja inizia la lezione recitando questa preghiera del Nṛsiṁha Purāṇa, citata anche nella Srī Caitanya-caritāmṛta, Antya, 16.52-53.]
namas te nara-siṁhāya
prahlādāhlāda-dāyine
hiraṇyakaśipor vakṣaḥ-
sila-tanka-nakhālaye
ito nṛsiṁhaḥ parato nṛsiṁho
yato yato yāmi tato nṛsiṁhaḥ
bahir nṛsiṁho hṛdaye nṛsiṁhaḥ
nṛsiṁham ādiṁ śaraṇaṁ prapadye
Oggi è il giorno dell'apparizione del Signore Nṛsiṁhadeva. È un giorno molto speciale.
TUTTE LE FORME DI BHAGAVĀN SONO AUSPICIOSE
Bhagavān appare in molte forme come Matsya, Kūrma, Varāha, Nṛsiṁha, Vāmana e così via. Generalmente, cinghiali o maiali sono considerati abominevoli. In India, c'è un insulto popolare - "suvar kā bacchā!", letteralmente "Figlio di un maiale!"
Tuttavia, quando è Bhagavān che accetta la forma di un cinghiale, Varāha-rūpa, ciò rende abominevole anche la sua forma? No. Tutte le apparizioni e le attività di Bhagavān sono supremamente trascendentali - "janma-karma ca me divyam evaṁ yo vetti tattvataḥ". Anche nelle preghiere di Gajendra, viene menzionato - "na nāma-rūpe guṇa-doṣa eva vā - la Suprema Personalità di Dio non ha nascita, attività, nome, forma, qualità o difetti materiali."
Quando Bhagavān apparve come un cinghiale, sollevò la terra sulle Sue zanne. Nella Sua incarnazione di tartaruga, sostenne senza sforzo il monte Mandara sulla schiena, un compito che tutti gli esseri celesti e i demoni messi insieme non riuscirono a svolgere. Al contrario, sostenere il monte Mandara sulla Sua schiena fu per Lui un'esperienza rilassante, per nulla gravosa. Ecco perché Bhagavān dice: "La mia nascita e le mie attività sono trascendentali." Pertanto, tutte le forme di Bhagavān come Matsya, Kūrma, Varāha e Nṛsiṁha sono nirguṇa (trascendentali) e sarva-śaktimān (onnipotenti). Questa è la divinità di Bhagavān.
Bhagavān apparve simultaneamente come figlio di Vasudeva e Devakī e di Nanda e Yaśodā; non solo, Devakīnandana Kṛṣṇa e Yaśodā-nandana Kṛṣṇa si fusero in un’unità. È possibile una cosa del genere? Potrebbe sorgere un'altra domanda: Bhagavān può nascere? In tal caso, chi sono i genitori di Nṛsiṁhadeva? Il pilastro da cui è apparso?
Proprio come il pilastro non è Sua madre o Suo padre, così anche Vasudeva e Devakī o Nanda e Yaśodā non sono i Suoi genitori. Se così fosse, allora come potrebbe Bhagavān essere "anādir ādir govindaḥ"? Ma Bhagavān li "accetta" come Suoi genitori. Quindi le Sue attività sono chiamate passatempi, divertimenti, līlā. Brahmā dice nella Sri Brahma-saṁhitā (5.1):
īśvaraḥ paramaḥ kṛṣṇaḥ
sac-cid-ananda-vigrahah
anādir ādir govindaḥ
sarva-karana-karanam
[Kṛṣṇa, che è noto come Govinda, è il Dio Supremo. Possiede un corpo spirituale eterno e beato. È l'origine di tutto. Non ha altra origine ed è la causa primaria di tutte le cause.]
È la causa primaria di tutte le cause, quindi chi diventerà la Sua causa? Non potremo mai comprendere tali questioni con la nostra mente e intelligenza materiale. Tali argomenti trascendentali possono essere compresi solo nel sādhu-saṅga [l’ascolto degli argomenti che riguardano Bhagavān compiuto in associazione con i Suoi puri devoti], senza il quale rimarranno incomprensibili.
Un attore può recitare un certo ruolo, ma diventa quella personalità che interpreta? No. Quindi se un attore normale può incantare e ipnotizzare il suo pubblico, allora cosa c'è di sorprendente nel fatto che una personalità così grande come Bhagavān, che è pieno delle sessantaquattro qualità, incanti tutti recitando i Suoi passatempi? Non è facile da comprendere.
PER CHI APPARE BHAGAVĀN?
Per la benedizione di Brahmā, che è l'ādi-kālika devatā, l’originale e il più importante tra i semidei, Hiraṇyakaśipu ottenne una forza enorme. Questo fu possibile solo perché Bhagavān aveva dato potere a Brahmā. Brahmā aveva concesso a Hiraṇyakaśipu la benedizione che non sarebbe morto né di giorno né di notte; né all’esterno né all’interno; né in cielo né a terra; né da astra (un'arma rilasciata dalla mano di una persona ad esempio una freccia) né da śastra (un'arma tenuta in mano ad esempio una spada) e così via. Quindi Hiraṇyakaśipu si convinse che non sarebbe potuto morire in nessun caso. "Anche se Brahmā non mi ha dato la benedizione di diventare immortale, l'ho battuto in astuzia nel darmi il dono della vita eterna." Sulla base di questa benedizione, iniziò a tormentare tutti gli esseri celesti tra cui Brahmā, Siva e altri. Cosa poteva essere fatto allora?
Di fronte alle atrocità di Hiraṇyakaśipu, persino Brahmā, che non poteva più proteggersi, iniziò a pregare Bhagavān. Cosa dire di Brahmā; perfino Śiva, Indra e tutti gli altri semidei iniziarono a pregare affinché Hiraṇyakaśipu venisse sconfitto. Ma Bhagavān è apparso per uccidere Hiraṇyakaśipu? No!
Allora perché Lui dice nella Bhagavad-gītā 'paritrāṇaya sādhūnāṁ'? In realtà, Bhagavān non considera nessuno di loro nella categoria dei sādhu [perché loro non servono o adorano mai il Signore per il Suo piacere ma solo per il loro benessere] Chi è un sādhu? Un sādhu è colui che ha gli occhi e il cuore sempre rivolti verso Bhagavān, la Verità Assoluta.
Brahmā e gli altri semidei non sono devoti? No. Le loro attività indicano che sono karmī (coloro che compiono attività interessate). Ecco perché Śrīla Bhaktivinoda Ṭhākura nel Śaraṇāgati kīrtana ha cantato,
'ṣaḍ-aṇga śaraṇāgati hoibe jāhāra
tāhāra prārthanā śune śrī-nanda-kumāra '
Colui che non si arrende completamente, non vedrà le sue preghiere ascoltate dal Signore. [VEDI NOTA FINALE]
LA PERSONA INTELLIGENTE SI RIFUGIA IN BHAGAVĀN
Bhagavān non ha limiti. È onnipotente (sarva-śaktimān). Non viene mai danneggiato in alcun modo. Non fallisce mai [nel concedere protezione]. Ecco perché una persona intelligente si rifugia in Lui. Perché Bhagavān può apparire in qualsiasi forma per proteggere; chi si è rifugiato in Bhagavān non dovrà affrontare alcuna calamità.
Prahlāda non invocò la protezione di Bhagavān; tuttavia, Hiraṇyakaśipu poté causare danni a Prahlāda? Hiraṇyakaśipu commise tutti i tipi di atrocità nel cercare di uccidere Prahlāda, come tentare di dargli del veleno, seppellirlo sottoterra, bruciarlo vivo, affondarlo nell'oceano legandogli una pietra attorno al collo e così via. Per molto tempo, Bhagavān lo protesse in incognito. Non si manifestò direttamente. Quando nulla sembrava funzionare, Hiraṇyakaśipu pensò: "Ora dovrò ucciderlo personalmente, poiché nessun altro è in grado di svolgere questo compito."
Fu allora che Bhagavān apparve dal pilastro sotto forma di Nṛsiṁhadeva per salvare il Suo devoto Prahlāda. Nṛsiṁhadeva era in quel pilastro? È ovunque, ma chi ha questa visione? Solo il Suo devoto ha questa visione, e quindi è impavido. Il devoto crede: "Il mio Signore è ovunque, quindi dove e chi dovrei temere?"
BHAGAVĀN FA AVVERARE LE PAROLE DEI SUOI DEVOTI
Quando Hiraṇyakaśipu decise di uccidere Prahlāda, gli chiese: “Tutti gli esseri celesti si nascondono per paura di me. Nessuno osa parlare con me da pari a pari. Ma tu lo stai facendo, senza alcuna traccia di paura. Da dove prendi questa forza?" Prahlāda rispose: “La stessa fonte da cui tu trai la tua forza. Solo Bhagavān è la fonte di ogni forza. Nella misura in cui Bhagavān la fornisce, a quel livello ogni individuo possiede forza." Hiraṇyakaśipu chiese: "Dov'è?" Prahlada rispose: "È onnipresente." Hiraṇyakaśipu chiese: "Se è ovunque, perché non lo vedo?" Prahlada continuò: "Ma io posso vederLo." Hiraṇyakaśipu infuriandosi: "Allora, è in questo pilastro?" Prahlada confermò: "Certamente."
Quindi Hiraṇyakaśipu colpì duramente il pilastro [con la sua mazza] e Nṛsiṁhadeva apparve da lì. "Satyaṁ vidhātuṁ nija-bhṛtya-bhāṣitaṁ": questo è il principio di Bhagavān. Per sostenere le parole del Suo devoto, il Signore Nṛsiṁhadeva apparve dal pilastro accettando una forma che non era né umana né animale, ma metà uomo e metà leone.
NṚSIṀHADEVA È UNA PERSONIFICAZIONE DI VĀTSALYA
Nṛsiṁhadeva incarna vātsalya (l’affetto dei genitori) per i Suoi devoti. Che si tratti di umani o animali, i genitori attaccano spontaneamente qualsiasi aggressore della loro prole anche a costo della propria vita.
Perfino una madre, che può essere pacifica per natura, si scatena quando il figlio viene molestato. Ricordo che in una delle nostre maṭha avevamo una mucca molto pacifica. Era al guinzaglio dentro la maṭha. Quando era il momento di nutrire il suo vitello, il latte scorreva automaticamente dalle sue mammelle e leccava affettuosamente il suo vitello. Ma più tardi, quando dette alla luce un nuovo vitello, divenne aggressiva e non permise a nessuno di avvicinarsi. La sua aggressività suscitò paura nei cuori di coloro che visitavano la maṭha. Un devoto suggerì persino: “Avere una mucca così irascibile nei locali della maṭha è inappropriato. È meglio adottare una mucca pacifica." Risposi: “È diventata aggressiva esternamente, solo per proteggere il suo vitello. Diversamente, non ho mai visto mucche amichevoli come lei. Questo è dovuto solo al suo affetto per la sua prole."
Allo stesso modo, per proteggere Prahlāda, Bhagavān apparve come Nṛsiṁhadeva per uccidere Hiraṇyakaśipu. Tale era l'affetto di Nṛsiṁhadeva per Prahlāda.
BHAGAVĀN RENDE POSSIBILE L’IMPOSSIBILE
Bhagavān è indicato come "kartum akartum anyathā karite samartha" - È in grado di agire liberamente e può fare e disfare qualsiasi cosa Gli piaccia (Śrī Caitanya-caritāmṛta, Antya 9.44). In altre parole, Bhagavān è Colui che può fare e disfare a piacimento, per il quale tutto è possibile. L'intelligenza di Bhagavān è di gran lunga superiore all'intelligenza materiale di chiunque.
Hiraṇyakaśipu concluse erroneamente: “Nessuna entità nella creazione di Brahmā può uccidermi. Sono immortale! Oltre a Brahmā, quale altro creatore potrebbe esserci?” Ma Nṛsiṁhadeva è una creazione di Brahmā? Certamente no. Solo Bhagavān fu in grado di uccidere Hiraṇyakaśipu, senza rompere tutte le clausole della benedizione assegnata da Brahmā.
Inizialmente Nṛsiṁhadeva giocò con Hiraṇyakaśipu. Lo catturava per poi rilasciarlo. Quando Hiraṇyakaśipu si liberava dalla Sua morsa, pensava: “Ora ha capito la mia forza!” Quindi Hiraṇyakaśipu agitò la sua mazza per combattere di nuovo. Ma alla fine, quando Nṛsiṁhadeva lo prese, non poté scappare.
Mise Hiraṇyakaśipu in grembo e lo squartò con le Sue unghie. Bhagavān lo uccise sulla soglia, né dentro né fuori. Né di giorno né di notte, ma al sandhyā (crepuscolo). La pelle di Hiraṇyakaśipu era così dura che nemmeno il fulmine di Indra poteva lasciare un segno su di essa, eppure Nṛsiṁhadeva lo fece a pezzi. Per questo è detto: "Non c'è assolutamente nulla che Lui non possa fare."
Tutti erano in estasi, da ovunque avessero assistito all'uccisione di Hiraṇyakaśipu. I deva riversarono fiori dal cielo; le Apsarā ballarono e cantarono; i Gandharva cantarono e tutti celebrarono le glorie di Nṛsiṁhadeva con le parole “Jaya! Jaya!” Questa era la scena.
UN DEVOTO È AL DI LA’ DEI RAPPORTI DARE E AVERE
Dopo aver ucciso Hiraṇyakaśipu, Nṛsiṁhadeva desiderò offrire a Prahlāda una benedizione. Ma Prahlada disse: “Chi accetta doni da Bhagavān in cambio del servizio a Lui è un karmī. Sono un devoto al di là delle designazioni (nirupādhika), quindi non sono interessato a questi rapporti di dare e avere.” Nṛsiṁhadeva disse: “Se non accetti alcuna benedizione da parte mia, sarò diffamato.” Prahlāda pregò: "Concedimi la benedizione che il desiderio di cercare ricompense non sorga mai nel mio cuore." Nṛsiṁhadeva rispose: "Poiché già non hai tale desiderio, a che serve darti questa benedizione?" Alla fine Prahlāda acconsentì: "Mio padre ha sollevato le braccia contro di Te e ha combattuto con Te, che non ci sia sfortuna per lui." Guardate quanto è glorioso un devoto!
Quindi Nṛsiṁhadeva colse l'occasione per glorificare la posizione del Suo devoto. Bhagavān ha un solo impegno, cantare le glorie dei Suoi devoti, e anche i Suoi devoti s’impegnano solo a cantare le glorie di Bhagavān. Questa è la reciprocità dell'amore. Nṛsiṁhadeva non disse: "Ci sarà auspiciosità per Hiraṇyakaśipu." Disse invece, 'triḥ-saptabhiḥ pitā pūtaḥ pitṛbhiḥ saha te' nagha' [Śrīmad Bhāgavatam, 7.10.18] - O Anagha, o Prahlāda senza peccato, i tuoi genitori delle ventuno vite precedenti sono stati liberati in virtù della tua apparizione nella loro stirpe.
Un devoto intermedio (madhyama) libererà i suoi genitori delle quattordici vite precedenti e un devoto neofita (kaniṣṭha) libererà i suoi genitori delle sette vite precedenti.
UN DEVOTO NON PREGA MAI PER LA SUA LIBERAZIONE
Nella Bhagavad-gītā (4. Bhagavān ha detto:
paritrāṇaya sādhūnāṁ
vināśaya ca duṣkṛtām
dharma-saṁsthāpanārthāya
sambhavāmi yuge yuge
[Al fine di liberare i pii, annientare i miscredenti, e ristabilire i principi della religione, Io appaio millennio dopo millennio.]
Questa è l'attività di Bhagavān: "sādhu paritrāṇa", cioè liberare i pii. La liberazione è di molti tipi. I devoti non desiderano mai protezione dai nemici. [Un puro devoto di Bhagavān è ajāta-śatru, qualcuno il cui nemico deve ancora nascere, perché non considera mai nessuno come suo nemico] Prahlāda non pregò mai Nṛsiṁhadeva dicendo: “O Prabhu! Per favore, proteggimi da Hiraṇyakaśipu.” Per chi non chiede mai nulla, la domanda sulla sua liberazione si pone? Un sādhu non desidera mai, ma Bhagavān appare per un sādhu, per mantenere la sua promessa, "paritrāṇaya sādhūnāṁ."
Quindi, Prahlada chiese qualcosa? Sì, chiese la liberazione di suo padre. I devoti non chiedono nulla per sé stessi, ma se chiedono qualcosa, lo fanno solo per manifestare le glorie di Bhagavān.
BHAGAVĀN RICAMBIA SECONDO I DESIDERI DEI DEVOTI
Alcuni dicono che Nṛsiṁhadeva è a Navadvīpa, a Devapallī, altri dicono che è sulla montagna, Vana-nṛsiṁha. Il luogo in cui Nṛsiṁhadeva protesse Prahlāda quando fu lanciato dalla cima della montagna verso l'oceano con una pietra legata al collo, è famoso come Jiyaḍa-nṛsiṁha. Il luogo in cui furono accumulate pietre per uccidere Prahlāda, è famoso come Ahobila-nṛsiṁha. E il luogo in cui Prahlada fu costretto a bere veleno che si trasformò in nettare, è conosciuto come Pānā-nṛsiṁha. Lì, Nṛsiṁhadeva Stesso bevve il veleno messo in una Shikanji (limonata speziata) per salvare Prahlāda. A Prahlāda non accadde nulla.
Bhagavān appare ai devoti in accordo alla loro devozione per Lui. In proporzione, Nṛsiṁhadeva provvede a loro, li protegge. Quindi i passatempi di Bhagavān sono divini. Qualunque sia la convinzione che possiede un devoto, in proporzione Bhagavān gli garantisce mancanza di paura (abhaya).
Oggi è il giorno della Sua apparizione ed è nostra grande fortuna che tutti noi stiamo osservando questo giorno.
Jay! Śrī Nṛsiṁha Bhagavan ki-jay!! Śrī Prahlāda Maharaja ki-jay!!
[NOTA FINALE]
ṣaḍ-aṇga śaraṇāgati hoibe jāhāra
tāhāra prārthanā śune śrī-nanda-kumara
I sei aspetti dell’arresa attraverso śaraṇāgati sono l'umiltà, la dedizione del sé, l'accettazione del Signore come proprio sostenitore, la consapevolezza che Kṛṣṇa sicuramente ci proteggerà, l'esecuzione di solo quegli atti favorevoli alla pura devozione e la rinuncia ai comportamenti contrari alla pura devozione.
I puri devoti del Signore si distinguono dagli altri poiché seguono i sei principi intrinseci della resa esclusiva al Signore Supremo menzionati sopra da Bhaktivinoda Ṭhākura, principi che si trovano anche nel Vaiṣṇava-tantra come segue:
ānukūlyasya-saṅkalpaḥ, prātikūlyasya-varjjanam
rakṣiṣyatīti viśvāso, goptṛtve varaṇaṁ tathā
ātma-nikṣepa-kārpaṇye, ṣaḍ-vidhā śaraṇāgatiḥ
"Accettare ciò che è favorevole, rifiutare ciò che è sfavorevole, avere fede che "Lui sicuramente mi proteggerà", abbracciando la protezione del Signore, la completa dipendenza da Lui e la percezione della propria totale impotenza senza di Lui, questi sei sono le parti essenziali dell'arresa esclusiva al Signore." (Śrī Śrī Prapana-jīvanāmṛtam 2.32)
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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it