Ispirato da Srila Shyam Das Baba


IN OCCASIONE DI RĀMA NAVAMĪ, LA DIVINA APPARIZIONE DEL SIGNORE RĀMACANDRA
DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA
Oggi, 6 aprile 2025, si celebra Rāma Navamī, il giorno della divina apparizione di Maryādā-puruṣottama Signore Rāmacandra. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo un estratto di un bhāva anuvāda della kathā data da Śrīla Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja nello stesso tithi del 18-19 aprile 2017.
Oggi è un giorno speciale perché è il giorno dell'apparizione del Signore Rāmacandra. È anche il giorno della scomparsa di Śrīla Bhakti Saudha Āśrama Mahārāja, tra gli ultimi della nostra śikṣā guru-varga È anche il giorno dell'apparizione di Śrīla Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja, il nostro presidente ācārya della Sri Caitanya Gaudiya Matha.
PERCHÉ OSSERVARE IL GIORNO DELL'APPARIZIONE DEL SIGNORE?
Potrebbe sorgere questa domanda. Perché è necessario osservare questi giorni speciali? Il motivo è: osservando i tithi quali il giorno dell'apparizione del Signore Supremo, si ottiene la bhakti. Ed è solo attraverso la bhakti che il Signore può essere raggiunto. Il Signore Stesso lo conferma al suo intimo devoto Uddhava nello Śrīmad Bhāgavatam:
na sādhayati māṁ yogo
na sāṅkhyaṁ dharma uddhava
na svādhyāyas tapas tyāgo
yathā bhaktir mamorjitā
(Śrīmad Bhāgavatam 11.14.20)
[Mio caro Uddhava, il puro servizio devozionale reso a Me dai Miei devoti mi porta sotto il loro controllo. Non posso essere controllato da coloro che sono impegnati nello yoga mistico, nella filosofia Sāṅkhya, nell’attività pia, nello studio vedico, nell'austerità o nella rinuncia.]
Quindi Lui dice che non può essere raggiunto né con la pratica dello yoga, né seguendo il proprio dharma secondo i varṇa e gli āśrama, né con lo studio delle Scritture, né eseguendo penitenze, né accettando l'ordine di rinuncia dalla vita. Può essere raggiunto solo con la devozione (ūrjita-bhakti).
Osservando il giorno dell'apparizione del Signore come anche i tithi quali Ekādaśī, si ottiene la bhakti. Pertanto è detto, "mādhava-tithi, bhakti-jananī" - Mādhava tithi o Ekādaśī tithi è la madre della bhakti."
TUTTE LE FORME DEL SIGNORE SONO TRASCENDENTALI E PIENE DI OGNI BUONA FORTUNA
Il giorno dell'apparizione del Signore è di buon auspicio. Il Signore appare per l'eterno benessere delle entità viventi e nei Suoi giorni di apparizione è particolarmente incline a offrire benedizioni. Anche nel mondo materiale esiste la pratica di offrire qualcosa in beneficenza ogni volta che nasce un bambino. Anche gli atei seguono questa pratica. Coloro che conoscono bene la storia sono consapevoli che Humāyun distribuì kastūrī (muschio puro) quando nacque suo figlio, con il desiderio che la fama di suo figlio si diffondesse in lungo e in largo proprio come l'odore del muschio.
In quanto Bhagavān Lui assume così tante forme. Quando il Signore assume la forma di un cinghiale o di una tartaruga, c'è qualche difetto? Quando si incarna come Kūrma, è sempre lo stesso Signore onnipotente. Nella forma di Kūrma, tenne senza sforzo sulla schiena il monte Mandara che le forze unite degli esseri celesti e dei demoni non potevano nemmeno muovere. Come Varāha, salvò Madre Terra sollevandola sulle Sue zanne. Come Nṛsiṁhadeva uccise Hiraṇyakaśipu, e questa non fu un'impresa normale. La pelle di Hiraṇyakaśipu era diventata così dura [a causa dell'esecuzione delle austerità] che persino l'arma di Indra, il vajra, non poteva lasciare segni su di essa, che dire di ucciderlo. Tuttavia fu ucciso, senza sforzo, dalle sole unghie del Signore Nṛsiṁhadeva. La forma di Nṛsiṁhadeva era così feroce che persino gli esseri celesti avevano paura di avvicinarsi a Lui. Al contrario, le forme di Rama o Kṛṣṇa sono molto belle da vedere. Ma sia che appaia come Nrsimha, Varāha, Kūrma, Rāma o Kṛṣṇa, tutte queste forme sono trascendentali e le più propizie.
Rāvaṇa era disceso da Vaikuṇṭha [in origine era Jaya, il guardiano di Viṣṇu a Vaikuṇṭha], dopo essere stato maledetto da Sanaka, Sanātana, Sananda e Sanat-kumāra a diventare un demone, per la loro rabbia di vedersi negato l'ingresso a Vaikuṇṭha. Sebbene pregò di essere sollevato da questa maledizione, gli dissero che quando sarebbe stato ucciso per mano di Bhagavān avrebbe ottenuto la liberazione. Quindi la prima apparizione di Jaya e Vijaya nell'universo materiale fu come Hiraṇyākṣa e Hiraṇyakaśipu, poi Rāvaṇa e Kumbhakarṇa, e infine Śiśupāla e Dantavakra. Tutti furono uccisi personalmente dal Signore nelle Sue varie incarnazioni. Ma Bhagavān è completamente auspicioso (maṅgalamaya), quindi nessuna sfortuna può mai arrivare a qualsiasi entità vivente a causa Sua [venendo uccisi da Lui furono liberati]. L'unica causa di sfortuna è il proprio karma, con il quale alcuni diventano infelici e altri diventano felici.
IL SIGNORE È AFFAMATO SOLO DELL’AMORE DEI SUOI DEVOTI
Il Signore chiese aiuto a Mādhavendra Purī, che non aveva nemmeno una capanna dove poter collocare un altare. Il Signore chiese a colui che non aveva nulla da chiedere, ignorando il ricco che avrebbe potuto servirLo con opulenza. Per quale motivo? In realtà, il Signore non ha fame. È Pūrṇa-vastu, è completo in Sé Stesso. Non ha bisogno di niente. Ha fame solo dell'amore che risiede nel profondo del cuore dei Suoi devoti.
nānopacāra-kṛta-pūjanam ārta-bandhoḥ
premṇaiva bhakta-hṛdayaṁ sukha-vidrutaṁ syāt
yāvat kṣud asti jaṭhare jaraṭhā pipāsā
tāvat sukhāya bhavato nanu bhakṣya-peye
(Śrī Caitanya-caritāmṛta, Madhya 8.69)
[Rāmānanda Rāya continuò, “Finché c'è fame e sete nello stomaco, varietà di cibi e bevande fanno sentire molto felici. Allo stesso modo, quando il Signore è adorato con puro amore, le varie attività svolte nel corso di quell'adorazione risvegliano la felicità trascendentale nel cuore del devoto.”]
Cibo e bevande daranno felicità fintanto che ci saranno la fame e la sete. Se non ci sono fame e sete e uno ha mangiato fino all'orlo, riuscirà a mangiare ancora anche se glielo chiedono? Ho assistito a uno di questi casi a scuola. Durante Navarātra, le persone sono nutrite sontuosamente. I ragazzi brāhmaṇa venivano chiamati a servire il cibo ma secondo le seguenti istruzioni: la prima porzione doveva essere data con un mestolo piccolo e la successiva con un mestolo grande. In primo luogo, ciascuna preparazione doveva essere servita a tutti e, successivamente, secondo i gusti di ognuno, dovevano essere servite le preparazioni richieste, questa volta con un mestolo grande. Questo veniva fatto per impedire che qualcuno dicesse o pensasse: "Volevo ricevere di più di quella preparazione che mi piaceva." Qualunque preparazione non fosse stata presente sul piatto di foglia veniva servita automaticamente, senza che nemmeno venisse chiesta. Queste erano le istruzioni.
Alla fine, veniva un uomo con un cesto pieno di monete d'argento da una rupia. A quei tempi la maggior parte delle monete erano fatte di argento. Quell'uomo diceva: "Non guarderò cosa è rimasto ancora nel piatto, ma per ogni rasagullā che uno mangia adesso, a ognuno darò una moneta d'argento. Tutto questo senza contare ciò che si ottiene come dakṣiṇā." A quei tempi una rupia aveva un grande valore. In effetti, quella vecchia moneta da una rupia vale quasi cento rupie oggi. Alcuni prendevano un rasagullā e altri ne prendevano due. Dopo un pò quell’uomo diceva: "Ora quelli che prendono un rasagullā riceveranno cinque rupie." Tuttavia, a questo punto, nessuno era più in grado di mangiare, quindi si lamentavano: "Se non avessi accettato il rasagullā prima avrei potuto guadagnare di più adesso. Ma cosa posso fare?" Più tardi l’uomo ci disse: "In questo modo sono sicuro che nessuno se ne va senza essere completamente soddisfatto, e con lo stomaco pieno."
Da bambino non riuscivo a capirlo. Pensavo che le persone mangiassero bene e, quindi, non accettavano più rasagulla per formalità, anche se venivano offerte cinque rupie. Ma la realtà era che erano così pieni che non avevano più spazio per mangiare, anche se tentati dal denaro.
Allo stesso modo il Signore è Pūrṇa-vastu. È completo in Sé Stesso. Se non sperimenta le fitte della fame, allora perché dice di avere fame? Perché il Signore disse a Mādhavendra Purī che soffriva e aveva fame? Mentiva? No. Premṇaiva bhakta-hṛdayaṁ sukha-vidrutaṁ syāt: Lui è affamato dell'amore che risiede nei cuori dei Suoi devoti per Lui.
Bhagavān non nasce [è Aja, non nato]. Tuttavia appare come figlio di Daśaratha [e di Kauśalyā]; come figlio di Vasudeva e Devakī; come figlio di Nanda e Yaśodā. Perché? Solo per conferire felicità ai Suoi devoti e godere dell’essere soggiogato dal loro amore per Lui.
Quando Daśaratha uccise accidentalmente Śravaṇa Kumar, fu maledetto dal padre di Śravaṇa Kumar: "Anche tu morirai per il dolore della separazione da tuo figlio." Dopo che Daśaratha gli disse, 'O migliore tra i Ṛṣi! Non ho nemmeno un figlio," il padre di Śravaṇa Kumar gli rispose: "Avrai un figlio e morirai per il dolore della separazione da lui." Più tardi Ṛṣyasṛṇga, il figlio di Mṛgī Ṛṣi, compì un sacrificio del fuoco e diede a Daśaratha il prasādam, che lui distribuì tra le sue tre regine. Di conseguenza, Bhagavān apparve nelle quattro forme di Rama, Lakṣmaṇa, Bharata e Śatrughna.
Più tardi, mentre era in esilio, Maryādā-puruṣottama Rāma ruppe la Sua maryādā (principio) quando visitò la donna tribale Śabarī. Śabarī era discepola di Maṭaṇga Muni. Lo aveva servito fin dall'infanzia pensando che Maṭaṇga Muni fosse vecchio e necessitava di legna da ardere per bruciare e riscaldarsi durante l’inverno e per cucinare. Raccoglieva legna dalla foresta e la lasciava in cumuli vicino al suo kuṭīra per il suo uso. Osservando ciò, Maṭaṇga Muni pensò: “Questa bambina mi sta servendo così tanto. Cosa posso darle in cambio visto che non ho niente con me?" Quindi le disse: " Vieni, fai il bagno, ti darò un mantra. Cantandolo ti concederà il darśana di Sri Ramacandra".
Dopo aver ricevuto il mantra, cominciò a cantarlo, dalla sua infanzia alla giovinezza fino alla vecchiaia, con grande fede che le parole del suo guru si sarebbero avverate. Raccoglieva quotidianamente dei frutti di bosco, che assaggiava uno a uno, conservando quelli dolci in previsione dell'arrivo di Srī Rāmacandra. Era sempre assorta nel pensiero: 'Per far avverare le parole del mio guru, un giorno Śrī Rāmacandra verrà a darmi il darśana e io offrirò questi frutti a Lui in segno di benvenuto." E quando Ramacandra venne, gli offrì quei frutti di bosco che aveva assaggiato. Rāmacandra li mangiò o no? Ci pensò prima di accettare quell'offerta? Li accettò con amore. Abbracciò Guhaka-caṇḍāla o no? Dov’era la Sua maryādā? La devozione ha il potere di sottomettere anche il Signore. È quella forza che Gli fa rompere i voti.
Ecco perché nella Bhagavad-gītā (9:31) Kṛṣṇa disse: "kaunteya, pratijānīhi, na me bhaktaḥ praṇaśyati –– O figlio di Kuntī, dovresti dichiarare che il Mio devoto non perirà mai." Arjuna rispose: "Prabhu, se sei Tu Stesso a dichiararlo, allora andrà bene. Perché mi stai coinvolgendo?" Il Signore spiegò: “Perché potrei rompere o cambiare il Mio voto, ma non permetterò mai che i voti dei Miei devoti vengano infranti. Quindi chiedo a te di dichiararlo."
PERCHÉ DOVREMMO OSSERVARE I VAIṢṆAVA TITHI?
Se non si serve un Signore così magnanimo, chi altri è degno del servizio? I devoti, le cui parole il Signore Stesso protegge; le glorie di tali devoti sono più gloriose anche di quelle del Signore.
Questo è il motivo per cui osserviamo i giorni di apparizione e scomparsa dei Vaiṣṇava. La bhakti è raggiungibile solo per l'associazione con i puri devoti del Signore, "bhaktis tu bhagavad bhakta saṇgena parijāyate." Nel Caitanya-bhāgavata, Ṭhākura Vṛndāvana Dāsa dice: 'je vaiṣṇava sevile acintya kṛṣṇa payi - possiamo raggiungere quell'irraggiungibile e inconcepibile Kṛṣṇa, servendo i Vaiṣṇava.' Pertanto non c'è nulla di meglio del servizio ai Vaiṣṇava; come risultato si raggiunge Kṛṣṇa.
C'era un devoto chiamato Kālidāsa, che aveva una profonda fede nei Vaiṣṇava. 'Vaiṣṇavera ucchiṣṭa khāite teṅho haila buḍā' (Śrī Caitanya-caritāmṛta Antya, 16.. Kālidāsa mangiò le rimanenze del cibo dei Vaiṣṇava [il suo rispetto per i Vaiṣṇava non dipendeva da considerazioni di casta, credo o designazioni corporee] per tutta la sua vita, anche in vecchiaia. Offriva ottimo cibo ai Vaiṣṇava, e dopo che loro lo offrivano ai loro Signori, lo consumavano e gettavano i resti nella pattumiera, Kālidāsa raccoglieva quei resti, andava in un luogo solitario e li mangiava, senza che nessuno lo notasse. Ma il Signore è Colui che vede tutto (sarva-darśī) ed è testimone di tutto (sarva-sākṣī). Vide Kālidāsa, mentre le persone non ne erano a conoscenza.
Quando Kālidāsa andò a Jagannātha Purī, ottenne una misericordia senza precedenti da Caitanya-deva, che colse tutti di sorpresa. In precedenza, durante il Guṇḍīcā-mārjana-līlā, un Gauḍīya Vaiṣṇava aveva lavato i piedi di loto di Mahāprabhu e aveva bevuto l'acqua. Ciò aveva sconvolto moltissimo Mahāprabhu. Ma quando fu Kālidāsa a bere l'acqua che aveva bagnato i piedi di Mahāprabhu, non una ma tre volte, non ricevette alcuna obiezione da parte di Mahāprabhu. Quindi il Signore è parziale?
sarvajña-śiromaṇi caitanya īśvara
vaiṣṇave tāṅhāra viśvāsa, jānena antara
(Śrī Caitanya-caritāmṛta, Antya 16.48)
Sri Caitanya Mahāprabhu è la Suprema Personalità di Dio più elevata e onnisciente, e quindi sapeva che Kālidāsa, nel profondo del suo cuore, aveva piena fiducia nei Vaiṣṇava.
sei-guṇa lañā prabhu tāṅre tuṣṭa ha-ilā
anyera durlabha prasāda tāṅhāre karilā
(Śrī Caitanya-caritāmṛta, Antya 16.49)
Per questa qualità, Sri Caitanya Mahaprabhu lo soddisfece con una misericordia non raggiungibile da nessun altro.
Quindi, servendo i Vaiṣṇava, possiamo raggiungere quel Kṛṣṇa irraggiungibile e inconcepibile. Anche solo ricordare il nome di un Vaiṣṇava costituisce servizio a quel Vaisnava.
Ecco perché è un'offesa non glorificarli nei loro tithi.
Jay! Rāma Navamī, divina apparizione di Śrī Rāmacandra, Ki-jay!!
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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it