IN OCCASIONE DELLA DIVINA APPARIZIONE DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VALLABHA TĪRTHA GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA

DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA

Oggi, 6 aprile 2025, ricorre il giorno della divina apparizione di Śrī Śrīmad Bhakti Vallabha Tīrtha Gosvāmī Mahārāja, un caro discepolo di Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Mahārāja. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo la sua glorificazione bhāvānuvāda di una conferenza pronunciata l’8 aprile 2014 da Śrī Śrīmad Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja.

Oggi è il giorno dell’apparizione del mio confratello ācārya della Sri Caitanya Gauḍīya Maṭha, pūjyapāda Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja. Lui apparve nel giorno propizio di Rama Navamī.

È estremamente importante per i sādhaka sinceri osservare i tithi di Bhagavān e dei Vaiṣṇava, poiché è un'opportunità per glorificare e ricordare i loro piedi di loto. Trascurare di glorificarli in questi giorni è certamente un'offesa.

Sri Vṛndāvana dasa Thakura ha scritto:

ĵe vaiṣṇava bhajile acintya kṛṣṇa pāi
se vaiṣṇava-pūjā hôite baḓô āra nāi

Sri Caitanya-bhagavata (Antya-khaṇḍa 4.357)

Servendo i piedi di loto dei Vaisnava, si ottengono i piedi di loto di Sri Krishna, che è acintya (inconcepibile); non c'è sadhana più grande di questo.

È impossibile avvicinarsi al Signore trascendentale attraverso i sensi materiali. Nella fase condizionata la jīva è vincolata da molti desideri materiali, e non può pensare all'acintya Kṛṣṇa con la sua mente, né può vederLo con i suoi occhi. Si qualifica per raggiungere l'inconcepibile misericordia del Signore solo dopo essersi completamente rifugiata ai piedi di loto dei Vaiṣṇava.

Ricordando questa istruzione, oggi servirò pūjyapāda Tīrtha Mahārāja ricordandolo e glorificandolo.

INCONTRO CON IL SUO AMATO MAESTRO

Pūjyapāda Tīrtha Maharaja apparve a Gvālapaḍā, Āssām. Fu il primo membro della sua famiglia ad accettare e seguire i principi del Gauḍīya Vaisnavismo.

Una volta, Guru Mahārāja, Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Mahārāja, visitò Gvālapaḍā allo scopo di predicare. Dopo aver ascoltato l'hari-kathā da lui, Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja, allora noto come Śrī Kāmākhyā Carana, rimase così colpito che iniziò a visitare regolarmente Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Mahārāja e ad ascoltare la sua hari-kathā.

LA SUA ASSOCIAZIONE A GVĀLAPAḌĀ

Lo zio di Śrī Kāmākhyā Carana era un avvocato, il cui impiegato, Śrī Rādhā-mohana Prabhu, era un discepolo di Śrīla Bhaktisiddhānta Sarasvati Gosvāmī Ṭhākura. Ogni volta che Guru Mahārāja visitava Gvālapaḍā, Śrī Rādhā-mohana Prabhu ascoltava la sua lezione con tanta fede ed era sempre entusiasta di servirlo. Śrī Kāmākhyā Carana fu profondamente colpito dalla pura condotta di Śrī Rādhā-mohana Prabhu. Dopo aver incontrato Guru Mahārāja, Śrī Kāmākhyā Carana sviluppò un grande gusto per l'hari-kathā. In assenza di Guru Mahārāja, Śrī Kāmākhyā Carana ascoltava fedelmente l’hari-kathā da Śrī Rādhā-mohana Prabhu. Se mai fosse sorta una domanda dall'ascoltare quelle lezioni o dalla lettura dei grantha, Śrī Kāmākhyā Carana avrebbe chiesto a Śrīla Guru Mahārāja per lettera. Ho sentito da diversi devoti che faceva domande molto belle. Come risultato di questa associazione, sviluppò il desiderio di diventare un devoto a tempo pieno. Quando mi sono unito alla maṭha, ho assistito personalmente a come faceva molte domande profonde e sincere. Ero così felice di ascoltare le sue domande a Śrīla Guru Mahārāja. Da quelle domande dedussi con quanto rispetto e profondità avesse ascoltato una lezione e letto un grantha. È una qualità Vaisnava così elevata porre una domanda genuina e bella e far emergere così gli stati d'animo nei cuori dei Guru-Vaisnava. Era pieno di questa qualità.

CERCANDO CONSIGLIO

Quando Śrī Kāmākhyā Caraṇa completò il suo master in darśana-śāstra (filosofia), un devoto che stava sponsorizzando l’installazione delle divinità per la Śrī Caitanya Gauḍīya Maṭha, Gauhati, gli chiese di lavorare come professore in un college che aveva fondato.

Più o meno nello stesso periodo, Śrī Kāmākhyā Caraṇa fece domanda personalmente per un lavoro in un'università governativa e gli fu offerto un posto lì. Anche se ebbe queste due opportunità di lavoro, parlando con Sri Krishna Keśava Brahmacārī, un discepolo di Srila Prabhupāda Bhaktisiddhānta Sarasvati Thakura, gli rivelò: "Ho queste due opportunità, ma la mia mente mi dice ripetutamente che dovrei diventare un devoto a tempo pieno nella maṭha. In questa situazione, qual è il mio dovere? Per favore consigliami."

Sri Krishna Keśava prabhu rispose: “Se pratichi la bhakti, che significa servire Bhagavān, allora ascolterai l’hari-kathā, o le Sue glorie. In questo modo, la tua mente sarà completamente assorbita dalle attività del Signore e diventerai uno specialista esperto [che significa un devoto di prima classe]. D'altra parte, se ti impegni in una professione di insegnante diventando docente o professore, la tua mente sarà completamente occupata in discussioni sulla conoscenza materiale esterna. Man mano che lavori, dovrai aggiornare le tue conoscenze, ti ritroverai sempre più assorto in questo e il tuo bene più alto (paramārtha) diventerà una priorità minore. Potresti anche trovare un lavoro nel dipartimento intellettuale [come giudice], dove dovrai ascoltare costantemente argomenti mondani. Una volta che sei in quella posizione, dovrai ascoltare le argomentazioni di due parti in opposizione, come ad esempio una parte che ha colpito l'altra parte, oppure due persone staranno davanti a te e una di loro dirà che l'altra è fuggita con sua moglie o l’ha molestata – e così via. Finché rimarrai in quel lavoro, dovrai sempre sentire questo tipo di cose. A causa delle impressioni che si creeranno nel tuo corpo sottile, dovrai soffrire ancora e ancora nelle prossime vite. Ma se diventi un servitore del Signore, sarai deputato al servizio eterno a Lui, quindi sta a te decidere quale strada vuoi seguire. Non ho intenzione di dirti cosa dovresti fare. È nelle tue mani. Ho espresso ciò che avevo nella mente.”

Śrī Kāmākhyā Carana contemplò queste parole molto profondamente e alla fine decise di lasciare casa e di unirsi alla maṭha.

PARTENZA DA CASA

Un giorno, Śrī Kāmākhyā Caraṇa mise alcuni dei suoi vestiti e un gamcha in una borsa e disse ai suoi familiari: "Vado a trovare un mio buon amico." Suo fratello chiese: "Per quanto tempo starai con lui?" Sorrise e rispose: "Finché mi permetterà di restare." Allora suo fratello chiese: "C'è bisogno di prendere vestiti e un gamchā per visitare un amico? Quando vado a casa del mio amico, uso le sue cose."

Śrī Kāmākhyā Carana rispose: “Il tipo di relazione che io e lui abbiamo richiede che io lo serva e che non usi ciò che gli appartiene. Amicizia significa dare. Dove c'è lo stato d'animo di prendere, non c'è amicizia."

In questo modo Śrī Kāmākhyā Carana, portando con sé alcuni vestiti e un gamchā, lasciò casa e andò da Guru Mahārāja alla Śrī Śyāmānanda Gauḍīya Maṭha di Medinipur. Sebbene Śrī Kāmākhyā Carana avesse indicato i suoi pensieri ai membri della sua famiglia, dicendo che sarebbe andato dalla persona che considerava suo amico e che sarebbe rimasto da lui per servirlo finché il suo amico fosse stato contento di lui ed avrebbe provveduto volontariamente a dargli rifugio e compagnia, loro non poterono capire nulla.

Non importa dove nasca un devoto, Bhagavān attirerà quel devoto attraverso uno qualsiasi dei Suoi devoti. Dove si trova Gvālapaḍā e dove si trovano Calcutta e Medinipur? Sono lontani l'uno dall'altra. Tuttavia, per la misericordia di Guru Maharaja, Śrī Kāmākhyā Carana giunse da Gvālapaḍā ai piedi di loto di Guru Maharaja.

UN PENSATORE PROFONDO

Inizialmente, Śrī Kāmākhyā Caraṇa si unì alla maṭha con due amici Bārīn e Ravi. Qualche tempo dopo, Śrī Kāmākhyā Carana si rifugiò completamente ai piedi di loto di Guru Mahārāja e ricevette il nome di Śrī Kṛṣṇa Vallabha Brahmacārī.

Un giorno, durante una cerimonia religiosa organizzata nel tempio, Śrī Śrīmad Bhakti Hṛdaya Vana Gosvāmī Mahārāja disse nella sua conferenza: “Risiedo nella maṭha da molti anni, ma ancora non ho alcuna realizzazione spirituale. In realtà, non ho ottenuto nulla. “Iha parkāl dukāl khovālī man khāili āpan māthā – Ho sprecato sia questa vita che l'altra, e così ho distrutto me stesso” [Avatāra-sāra (5) Śrīla Locana dāsa Ṭhākura]. Con queste parole, pronunciate con naturale umiltà Vaisnava, mostrò il suo sincero rammarico. La cerimonia giunse poi al termine.

Gli amici di Sri Krishna Vallabha Brahmacārī gli dissero: “Hai ascoltato attentamente la lezione di oggi? Quando tali predicatori di livello mondiale, studiosi così altamente eruditi, tali devoti anziani della maṭha non hanno ancora raggiunto alcuna realizzazione spirituale, cosa possono ottenere quelli come noi andando a risiedere nel tempio?" Alla fine decisero, “Lasceremo silenziosamente la maṭha proprio oggi. Se vuoi, puoi partire con noi. Fai quello che vuoi. Sappiamo che non prendi decisioni improvvise come facciamo noi. Pensi sempre profondamente prima di decidere qualsiasi cosa.”

Bārīn e Ravi fecero i loro bagagli e se ne andarono. Non erano affatto pronti a discutere della situazione con Śrī Kṛṣṇa Vallabha Brahmacārī, che rimase un pò confuso dalle loro azioni. Andò immediatamente da Sri Krishna Keśava Prabhu e gli raccontò cosa era successo. Chiese come capire il sentimento dietro le parole di un Vaisnava anziano come Śrī Śrīmad Bhakti Hṛdaya Vana Gosvāmī Maharaja.

Sri Krishna Keśava Prabhu disse: “Qualcuno che possiede grandi ricchezze lo dice pubblicamente? Anche quando qualcuno glielo chiede, fa del suo meglio per mantenere segrete le informazioni. Allo stesso modo, i Vaisnava che possiedono la ricchezza di prema si presentano come privi di bhakti. Nascondono la loro fortuna. Tale naturale umiltà sorge in una persona in proporzione al grado in cui si è associata con un Vaisnava anziano e avanzato nella bhakti. In questo modo possiamo conciliare tali affermazioni dei Vaisnava anziani.

"Supponiamo che le parole di Śrīla Vana Gosvāmī Mahārāja siano vere; non avrebbe l'intelligenza di abbandonare tutti questi sforzi spirituali per dedicare la sua energia a qualche altro scopo utile?"

Dopo aver ascoltato la risposta di Sri Krishna-keśava Brahmacārī, Sri Krishna-vallabha Brahmacārī comprese tutto molto chiaramente.

ESPERTO NEL SEVĀ

Nel 1956, dopo il Śrī Navadvipa-dhāma parikrama, Guru Mahārāja inviò Śrī Mādhavendra Prabhu (un discepolo di Śrīla Prabhupāda), Śrī Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī, Śrī Kānāi Brahmacārī e me [Narottama Brahmacārī] a predicare. Śrī Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī parlava molto poco a causa di un problema ai denti, la piorrea. A causa di questa malattia non poteva affatto parlare la kathā, quindi rimase a casa a cantare l’harināma e a cucinare per tutti noi. Era un cuoco esperto e tutti amavano la sua cucina. Questa è una delle qualità dei Vaiṣṇava. Sono esperti in tutto ciò che riguarda il servizio ai Vaiṣṇava. La cucina era una delle aree di competenza di Sri Krishna Vallabha Brahmacārī nel vaiṣṇava-sevā.

LA SUA NATURA AFFASCINANTE E FANCIULLESCA

La Sri Caitanya-caritāmṛta Madhya-līlā 22.75 afferma: "Tutte le qualità di Kṛṣṇa vengono trasmesse ai Suoi devoti: kṛṣṇa-bhakte kṛṣṇer guna sakali sañcāre." Delle sessantaquattro qualità di Kṛṣṇa, una è vidagdha, o rasa-catura (abile nel rasa), ed Egli trasmette questa qualità, insieme alle altre Sue qualità, al Suo amato devoto. In questo modo, possiamo capire che sebbene i Vaisnava siano generalmente seri, possono anche essere divertenti. Anche Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja mostrò a volte un senso dell'umorismo affascinante e fanciullesco. A questo proposito, vorrei raccontare una storia.

A Bījnī, Sarbhog, Āssām, c'era un ragazzo di nome Uddhava che veniva regolarmente in visita. Si riferiva sempre a Śrī Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī come peṭa moṭā sādhu (o santo dal ventre grasso). Śrīpāda Mādhavānanda Prabhu era più grassoccio di Śrī Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī, che in realtà non era così paffuto, e quindi siamo rimasti piuttosto sorpresi nel sentire il ragazzo usare questo termine per pūjyapāda Tīrtha Mahārāja e non per Śrīpāda Mādhavānanda Prabhu.

Poi, una volta, quando ebbi riempito il mio libretto delle ricevute durante il bhikṣa, andai a prenderne uno nuovo da dove alloggiavamo. Guardai nella stanza per vedere il mio elevato confratello comportarsi in un modo così fanciullesco e affascinante. Mentre quel ragazzo guardava ridendo di cuore, Sri Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī stava inspirando e riempiendo la pancia di aria, rendendola davvero grassa. Scoprii così perché Uddhava lo chiamava peṭa moṭā sādhu.

ATTENTO A TUTTO CIÒ CHE KṚṢṆA FORNISCE

Viaggiavamo da un posto all'altro e predicavamo. Una volta, siamo arrivati alla Śrī Caitanya Gauḍīya Maṭha di Sarbhoga. Nell'organizzare la bhoga, il responsabile della maṭha era solito buttare via tutte le patate piccole. Sri Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī gli disse: “Invece di buttarle via, dalle a me. Ci farò un sabjī”. Quindi il responsabile della maṭha tenne da parte le patate piccole. Sri Krishna-vallabha Brahmacari le lavò accuratamente e le fece bollire. Poi le sbucciò e ci fece il dam ālū (patate al vapore cotte in salsa). Le preparò molto bene.

Da questo episodio scoprii che Śrī Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī era un buon cuoco. Avevo sentito da Sri Krishna Keśava Prabhu che cucinare è il servizio di Srimati Rādhārāṇī e delle Sue sakhī. Quando espressi la mia ammirazione per la sua cucina esperta di questa preparazione, rispose: "Se ai Vaisnava è piaciuto, allora credo fermamente che al nostro adorabile Signore deve essere davvero piaciuto. Ti prego, benedicimi in modo che io possa sempre compiacere i Vaisnava con ciascuna delle mie attività. In secondo luogo, mi è venuto in mente che tutto ciò che può essere usato al servizio del Signore non dovrebbe essere scartato. È un errore buttarlo via. Chi ha sviluppato un'affinità con Sri Guru, i Vaisnava e Bhagavan non potrà mai trascurare o ignorare tutto ciò che è correlato a loro. Se lo fanno, non potranno mai liberarsi dalla schiavitù materiale.”

Sri Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī ha sempre messo in pratica questo comportamento, senza sprecare mai nulla e utilizzando sempre tutto al servizio di Kṛṣṇa.

* * *

Nel 1961, Śrīla Guru Mahārāja assegnò il sannyāsa a Śrī Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī e gli fu dato il nome di Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Maharaja.

IL SUO APPREZZAMENTO PER L’HARI-KATHĀ

Non solo ascoltava attentamente l’hari-kathā dagli associati incrollabili di Śrīla Prabhupāda, ma anche da qualsiasi devoto che si fosse dedicato in modo stabile alla vicāra-dhārā (linea di pensiero) di Śrīla Prabhupāda, come ad esempio da coloro che erano suoi contemporanei (i suoi confratelli) e anche da coloro che erano più giovani. Quando era a Gvālapaḍā, esprimeva immenso piacere ascoltando la mia hari-kathā. Dopo la lezione, Śibu, il fratello minore del suo precedente āśrama, discuteva con me: “Il mio caro fratello Kāmākhyā Carana è stato molto semplice e innocente fin dall'infanzia. Tutti voi lo avete persuaso a unirsi alla Gauḍīya Maṭha, ma se poteste far unire anche me, accetterei che avete davvero una potenza spirituale speciale.”

Qualche tempo dopo, quando Guru Mahārāja venne a Gvālapaḍā, Śibu si rifugiò ai suoi piedi di loto dopo aver ascoltato la sua hari-kathā per pochi giorni. Più e più volte Śibu diceva: "Questi devoti sono davvero potenti perché hanno messo a tacere una persona polemica come me."

In questo modo, anche uno dei tre fratelli di Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja e due delle sue cinque sorelle si rifugiarono ai piedi di loto di Guru Mahārāja.

Il più giovane fratello di Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja, Śibu, era un insegnante, e ogni volta che Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Maharaja andava a predicare a Gvālapaḍā, Śibu lo serviva devotamente.

LA SUA PAZIENZA

Quando Guru Mahārāja desiderò fondare un maṭha a Gvālapaḍā, inviò Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja e me per acquisirci della terra. A questo scopo rimanemmo lì entrambi per alcuni giorni. Le nostre considerazioni erano "Qual è il desiderio del cuore di Guru Mahārāja? Come possiamo renderlo felice e ottenere la sua misericordia?" Abbiamo quindi avuto discussioni serie in Gvālapaḍā.

Un giorno, mentre stavamo camminando e parlando, un ubriacone ci fermò. Quell'ubriacone conosceva già Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja e gli disse: "Sei andato da qui alla Gauḍīya Maṭha e ho sentito che ora sei in giro per tutta l'India. Hai lasciato casa solo per fare un giro?

Sentendo le parole di quell'ubriacone, un'altra persona presente ci disse: "E' un ubriacone ed è completamente ubriaco. Basta ignorarlo e andare avanti.

Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja disse con molta pazienza a quell'ubriacone: “Mi sono unito alla Gauḍīya Maṭha per rendere questa vita umana un successo, non per girare l'India. Andiamo ovunque solo per predicare il messaggio di Sri Caitanya Mahāprabhu. Non ho lasciato casa, ma mi sono iscritto a questa scuola Gauḍīya Maṭha per ottenere un'istruzione spirituale superiore. Da lì potrò entrare nella mia casa eterna. In questo mondo la casa di una persona è temporanea, ovunque essa sia. Pertanto, o per propria scelta o dovuto a circostanze sfavorevoli, una persona alla fine deve lasciare quella casa temporanea.”

Quell'ubriacone chiese: "Quindi anch’io dovrei lasciare la mia casa?"

Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja rispose: "Innanzitutto non si possiede nulla in questo mondo, quindi considerare qualcosa come propria è sbagliato. In secondo luogo, prima di rinunciare a qualcosa, bisogna accettare e aggrapparsi a qualcosa di più elevato della cosa che ci si sta lasciando alle spalle. Solo allora si può davvero rigettare qualsiasi cosa. Altrimenti, dopo, ci si pentirà solamente.”

Sentendo questo, l'ubriacone disse: "Bene! Bene! Sei diventato molto istruito. Poi indicò me e chiese a Maharaja: “Chi è questa persona con te? Lo vedo per la prima volta."

Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja disse: "Lui è il mio confratello."

L'ubriacone chiese: "Anche lui è erudito come te?"

Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja rispose: "Anche più erudito di me."

Dopo questa conversazione, l'ubriacone se ne andò e io chiesi a Mahārāja: "Come hai potuto parlare così pazientemente con un ubriacone?"

Rispose: “Vedendo la sua condizione, mi sono ricordato di Jagāi-Madhāi, della loro liberazione da parte di Nityānanda Prabhu e dell'ordine di Mahāprabhu a tutti i suoi sinceri seguaci tramite Nityānanda Prabhu e Śrīla Haridāsa Ṭhākura.

“Inoltre, non siamo stati neanche noi ad andare da quell'ubriacone per riferirgli il messaggio di Mahāprabhu. È stato lui che si è avvicinato a noi e ha chiesto informazioni. Ho semplicemente risposto alle sue domande. Quando usciamo a predicare, incontriamo tanti tipi di persone e dobbiamo parlare pazientemente con tutti.”

IL SUO ETERNO FESTIVAL

Dei due amici che si unirono alla maṭha con Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Mahārāja, Bārīn in seguito ottenne un lavoro con "Survey of India", mentre Ravi non accettò alcun lavoro, né si sposò. Visse con la famiglia di suo fratello e rimase impegnato nell'hari-bhajana. Ogni volta che assemblee spirituali venivano organizzate nella maṭha, comprendendo di aver preso una decisione sbagliata nel lasciare la maṭha, per timidezza, ascoltava l'intera hari-kathā seduto su una sedia che giaceva vicino alla finestra esterna. Per un po' di tempo non sapevamo che veniva ad ascoltare l'hari-katha finché un giorno, Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Maharaja e io, notammo un ospite speciale che se ne andava prima che l'hari-katha fosse finita. Ci alzammo andando fuori per salutarlo. In quel momento, vedemmo Ravi seduto fuori ad ascoltare la conferenza. Ci avvicinammo parlando con lui. Mahārāja gli raccontò affettuosamente dei benefici che aveva ottenuto personalmente da una vita dedicata all'hari-bhajana. Disse che stava gradualmente crescendo spiritualmente in compagnia di Guru e Vaisnava, e la compagnia di Vaisnava era come un eterno mahotsava (grande festival).

Più tardi, Ravi ci raccontò l'essenza dell'hari-kathā che aveva sentito. Parlava semplicemente, ma in modo impeccabile. Fummo stupiti. Conoscevo in qualche modo suo fratello maggiore Mā Kali-caraṇa, un famoso avvocato dell'Alta Corte, e conoscevo anche suo padre, Śrī Kāmakhyā Sen, che era il miglior avvocato di Gvālapaḍā.

UNA DELLE SUE IMPORTANTI ISTRUZIONI

Una volta, quando Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Maharaja, alcuni devoti ed io stavamo in una casa non occupata appartenente al padre di Ravi, il fratello di Ravi venne lì. “Mahārāja,” mi chiese, “state tutti bene qui?”

Scherzando dissi: "Non stiamo solo a casa tua, ma prendiamo anche i jackfruit dal tuo albero per preparare i pasti."

Egli rispose: “Mahārāja, abbiamo imparato da Śrī Bhakti Vallabha Tīrtha Maharaja che dobbiamo cercare di servire i Vaisnava il più possibile. Se non sappiamo come servire i Vaisnava, ma comunque, in qualche modo ci impegnano nel servizio, questa è la nostra grande fortuna. È molto positivo che i jackfruit siano stati usati per servire i Vaisnava.”

LA SUA UMILTÀ E RESA

Pūjyapāda Tīrtha Maharaja, così come un certo numero di altri devoti incluso me, non hanno mai desiderato parlare l’hari-kathā davanti alla nostra guru-varga ma invece erano sempre desiderosi di ascoltare da loro. C'erano altri brahmacārī, tuttavia, che erano molto ansiosi di parlare l’hari-kathā. Avvicinavano Guru Mahārāja e altri della guru-varga per ottenere il permesso di parlare. Ho osservato nella mia guru-varga, in particolare nel nostro Guru Mahārāja e in Śrī Śrīmad Bhakti Vicāra Yāyāvara Gosvāmī Maharaja, una qualità speciale: se qualcuno si avvicinava a loro chiedendo il permesso di parlare l’hari-kathā, non glielo avrebbero mai concesso. Avrebbero invece costretto coloro che erano riluttanti a parlare pubblicamente a parlare l’hari-kathā.

Pūjyapāda Tīrtha Mahārāja era piuttosto entusiasta di ascoltare l'hari-kathā ma era molto riluttante a parlarla. Un giorno Śrīla Yāyāvara Gosvāmī Mahārāja annunciò: “Oggi il nostro Śrīman Kṛṣṇa-vallabha Brahmacārī parlerà l’harikatha.”

Senza protestare, pūjyapāda Tīrtha Mahārāja parlò l’hari-kathā per l'ordine del suo guru-varga. Ho assistito a molti esempi di come sia sempre rimasto sotto l'anugatya della sua guru-varga. La sua resa ai piedi di loto della sua guru-varga non ha eguali.

LA SUA FERMA FEDE NELLE PAROLE DELLA SUA GURU-VARGA

Era solito ascoltare l’hari-kathā molto attentamente e con grande interesse. Eseguì solo il kirtana di śrauta-vāṇī, solo cioè di ciò che aveva sentito dal nostro parama ārādhyatama Guru Mahārāja, Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Mahārāja, così come dalle autorità superiori. Nella sua hari-kathā e nei suoi discorsi generali, inoltre, ripeteva solo ciò che aveva sentito dal nostro Guru Mahārāja e dalla guru-varga. Questa era una delle sue qualità molto speciali. Per questo motivo, la maggior parte dei nostri confratelli si riferiva affettuosamente a lui come a un registratore vivente.

KIRTANĪYAḤ SADĀ HARIḤ

Col passare del tempo, pūjyapāda Tīrtha Mahārāja rimase sempre immerso nel parlare l’hari-kathā. Ovunque andasse, gli era impossibile restare senza parlare l’hari-kathā.

LA NOSTRA RELAZIONE AFFETTUOSA

A volte, pūjyapāda Tīrtha Mahārāja mi chiamava o si incontrava con me per chiedere il mio consiglio su varie questioni. Se in quel momento fosse stato presente qualcun altro, gli avrebbe detto: "Per favore, scusaci, ma vogliamo parlarci in privato." In questo modo, ci sedevamo insieme e discutevamo di molte cose. La relazione tra noi è tale che non è facilmente comprensibile da molte persone, ma il mio cuore dice che la nostra relazione è sempre stata molto dolce. Fin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati, abbiamo visitato insieme molti luoghi diversi per predicare, siamo stati insieme e abbiamo servito insieme il nostro Guru Mahārāja in molti modi diversi.

Abbiamo - e abbiamo sempre avuto - una relazione profondamente affettuosa, ma poiché molte persone osservano solo le apparenze esterne e trascurano di considerare i veri sentimenti sinceri tra di noi, non sono in grado di percepire questo profondo affetto. Di conseguenza giungono a conclusioni errate sulla nostra relazione.

Jay! Śrī Śrīmad Bhakti Vallabha Tīrtha Gosvāmī Mahārāja Ki-jay!!

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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it