Ispirato da Srila Shyam Das Baba
IN OCCASIONE DELLA DIVINA APPARIZIONE DI ŚRĪLA BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA
Oggi, 06 luglio 2025, ricorre il giorno della divina apparizione di Śrī Śrīmad Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja, un caro discepolo di Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Mahārāja. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo un bhāva anuvāda di un discorso di Śrīla Mahārāja nello stesso tithi dell'8 luglio 2014.
SOLO UN VERO GURU TI PORTA NEL MONDO ETERNO
Questa nascita umana è rara perché l'abbiamo ricevuta dopo aver vagato nelle 8,4 milioni di specie. Tuttavia, il solo ricevere questa forma di vita umana non è tutto in sé. Sono trascorse molte vite, ma nessuno ha fatto piovere la sua misericordia su di noi. Anche se sono nato molte volte prima di questa vita, nessuno mi ha dato la misericordia come me l’ha concessa il mio guru-padapadma. Nel mio janma tithi (giorno di nascita), è mio dovere adorare il mio Gurudeva - colui che mi ha aperto gli occhi o, in altre parole, colui che mi ha dato la visione divina, che mi ha dato l'opportunità di conoscere Bhagavān, che mi ha insegnato a rendere servizio devozionale a Bhagavān, così come a tutti gli altri guru che mi hanno dato la conoscenza trascendentale. Ricordarli tutti è un dovere nel proprio compleanno.
Tuttavia, ora sono in una posizione tale [a causa della mia età avanzata], che le mie mani e le mie gambe non si muovono e non sono nemmeno in grado di sedermi troppo a lungo, quindi come posso cantare le loro glorie? Ma Guru, Vaiṣṇava e Bhagavān sono tutti misericordiosi, vengono in questo mondo per darci misericordia in tutte le situazioni [qualunque sia la nostra attuale situazione]. Non sono entità viventi ordinarie di questo mondo; vengono per liberare un individuo caduto come me [Śrīla Mahārāja lo sta dicendo dovuto alla sua umiltà spontanea], per portarci alla destinazione più alta, Goloka, che è la residenza costituzionale dell'entità vivente. Ecco perché si dice "svarūpe sabāra haya golokete sthiti" [Goloka è la residenza naturale di ogni singola anima spirituale].
Ma chi può davvero concedere questa misericordia? Per stabilirci nella conoscenza trascendentale, hanno commissionato varie scritture e illuminato sulle loro profonde concezioni. Chi è Tāttvika-Guru? Colui che ci mostra la strada per Bhagavān - Tat padam darśitam yena, tasmai śrī gurave namah [I miei omaggi a quel Guru che mi ha rivelato quella verità]. Chi ci conferisce la visione dei divini piedi di loto di Bhagavān è di fatto un Guru.
Altrimenti, anche un lottatore ha un Guru. Tutti hanno un Guru; che uno sia un karmī (chi compie attività interessate), un jñānī (impersonalista) o uno yogi (mistico), tutti accettano e rispettano srī Guru. Tuttavia un tale Guru non può portarli nella dimora eterna. È detto nella Bhagavad-Gītā (15.6), "yad gatvā na nivartante tad dhāma paramaṁ mama". Quando si raggiunge quel luogo non è necessario tornare in questo mondo materiale. Quel posto è eterno. La parola "Guru" deve essere attribuita solo a quella personalità che ha cercato di portarti in quella dimora eterna. In realtà solo lui deve essere considerato come Guru. Perché?
yānti deva-vratā devān
pitṛn yānti pitṛ-vratāḥ
bhūtāni yānti bhūtejyā
yānti mad-yājino 'pi mām
(Bhagavad-Gītā, 9.25)
[Coloro che adorano gli esseri celesti nasceranno tra gli esseri celesti; coloro che adorano i fantasmi e gli spiriti nasceranno tra tali esseri; quelli che adorano gli antenati vanno dagli antenati; e quelli che Mi adorano vivranno con Me.]
Perché adorando una particolare personalità, l'adoratore raggiungerà solo quella particolare destinazione. Ma,
ā-brahma-bhuvanāl lokāḥ
punar āvartino ’rjuna
mām upetya tu kaunteya
punar janma na vidyate
(Bhagavad-Gītā, 8.16)
[Dal pianeta più alto del mondo materiale al più basso, tutti sono luoghi di miseria poiché la nascita e la morte si susseguono. Ma chi raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kuntī, non nasce mai più.]
Ovunque tu vada all'interno della creazione materiale, punar āvartino, dovrai tornare di nuovo. Al contrario, una volta raggiunta la destinazione suprema, non è necessario tornare in questo mondo. Quindi, solo quel Guru che con il suo stesso esempio mostra il percorso che conduce a Bhagavān è in realtà Guru. Quindi è detto:
ācinoti yaḥ śāstrārtham
ācāre sthāpayanty api
svayam ācarate yasmād
ācāryas tena kīrtitaḥ
(Vāyu Purāṇa)
[Colui che comprende l'essenza della letteratura vedica e la insegna agli altri con le sue parole e il suo esempio personale è accettato come ācārya.]
Quindi solo colui che insegna ciò che lui stesso pratica e che stabilisce i suoi seguaci nella condotta appropriata da seguire deve essere considerato come ācārya. Anche Sri Caitanya-deva ha impartito lo stesso insegnamento attraverso la propria condotta.
Per la misericordia della Guru-varga, ho avuto l'opportunità di accedere a questi insegnamenti, quindi esprimo la mia più profonda gratitudine a tutti loro nel mio janma-tithi. "Guru" non significa solo una personalità, il principio del "Guru" include anche coloro che sono con lui. Anche loro sono adorabili come Guru. Ecco perché a tutti loro vengono offerte preghiere. Quindi anche i mantra praṇāma sono composti di conseguenza.
vāñchā-kalpa-tarubhyaś ca kṛpā-sindhubhya eva ca
patitānāṁ pāvanebhyo vaiṣṇavebhyo namo namaḥ
[Offro i miei rispettosi omaggi ai devoti Vaiṣṇava del Signore. Loro sono proprio come alberi dei desideri e possono soddisfare i desideri di tutti, e sono pieni di compassione per le anime condizionate cadute.]
È tutto al plurale. Questo mantra non si rivolge a nessuna singola personalità; è indirizzato a tutti. Se gli omaggi sono offerti solo a Bhagavān e non ai Suoi pāriṣada [gli eterni associati], allora non ci sarà buon auspicio. Al mio parama-gurudeva fu ordinato da Śrīla Jagannātha Dāsa Bābājī Mahārāja di comporre il Navadvīpa-pañjikā [il calendario che contiene i giorni di apparizione e scomparsa dei Vaiṣṇava], perché grazie ad esso possiamo ricordarci dei Vaiṣṇava. Ricordando questo, glorifico la vita e gli insegnamenti dei Vaiṣṇava nei loro rispettivi tithi di apparizione e scomparsa.
Quindi ho iniziato la mia kathā cantando prima le loro glorie. Servendo i Vaiṣṇava, cantando le loro glorie - 'je vaiṣṇava sevile acintya kṛṣṇa pāye' - servendo i piedi di loto dei Vaiṣṇava, si può raggiungere il servizio a Śrī Kṛṣṇa, che è acintya, inconcepibile. Non possediamo l'idoneità a ricordarci e a pensare a Sri Krishna perché Lui è al di là dei nostri sensi materiali grossolani. Ecco perché Śrīla Rūpa Gosvāmī ha detto di Śrī Kṛṣṇa:
ataḥ śrī-kṛṣṇa-nāmādi
na bhaved grāhyam indriyaiḥ
sevonmukhe hi jihvādau
svayam eva sphuraty adaḥ
(Bhakti-rasamrta-sindhu, 1.2.234)
[Pertanto i sensi materiali non possono apprezzare il santo nome, la forma, le qualità e i passatempi di Kṛṣṇa. Quando un'anima condizionata viene risvegliata alla coscienza di Kṛṣṇa e rende servizio usando la sua lingua per cantare il santo nome del Signore e gustare i resti del cibo del Signore, la lingua viene purificata e si arriva gradualmente a capire chi è realmente Kṛṣṇa.]
'Je vaiṣṇava sevile acintya kṛṣṇa pāye'- non c'è niente di più grande del Vaiṣṇava-sevā.
Ora non sono più in grado di rimanere seduto e quindi mi sento impotente. Per favore, tutti voi perdonatemi ma ora devo andare.
vāñchā-kalpa-tarubhyaś ca kṛpā-sindhubhya eva ca
patitānāṁ pāvanebhyo vaiṣṇavebhyo namo namaḥ
Jay! Śrī Śrīmad Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja Ki-jay!!
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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it
IN OCCASIONE DELLA DIVINA APPARIZIONE DI ŚRĪLA BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA
Oggi, 06 luglio 2025, ricorre il giorno della divina apparizione di Śrī Śrīmad Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja, un caro discepolo di Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Mahārāja. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo il discorso di Śrīla Mahārāja nel suo Vyasa Puja del 2017.
In occasione dell’arvirbhāva tithi di Śrīla Mahārāja nel 2017, in Śayana Ekādaśī, venne organizzato un festival di due giorni alla Śrī Gopīnātha Gauḍīya Maṭha di Purī. Circa 700 devoti hanno partecipato al festival in entrambi i giorni. Il giorno prima del suo āvirbhāva tithi, Śrīla Mahārāja arrivò alla Śrī Gopīnātha Gauḍīya Maṭha e vi rimase per tre giorni. Di seguito l'essenza di ciò che Śrīla Mahārāja disse durante quei tre giorni.
LA MISERICORDIA DI GURU MAHĀRĀJA SU UNA PERSONA CADUTA COME ME
“In occasione dell’āvirbhāva tithi di questa persona caduta, così tanti Vaiṣṇava sono venuti per conferire le loro benedizioni; considero questa la mia più grande fortuna. Il mio stato fisico è compromesso, al punto che ora sono persino incapace di andare da solo ai darśana (udienza) dei Vaiṣṇava. Tuttavia, incapace di frenare la mia avidità di ottenere la misericordia dei Vaiṣṇava, sono venuto qui anche in questo stato per essere con tutti voi. Prima camminavo con l'aiuto di un bastone, poi mettendo il braccio intorno alla spalla di un servitore ma ora, che dire di salire le scale, non posso nemmeno andare dal mio letto al bagno da solo. Due servitori devono sollevarmi per portarmi in giro, indipendentemente da dove vado.
In realtà, invece di introdurmi con le mie stesse parole, permettetemi di presentarmi attraverso le parole del mio guru-varga, Śrīla Kṛṣṇadāsa Kavirāja Gosvāmī (Caitanya-caritāmṛta, Ādi-līlā, 5.205-206):
jagāi mādhāi haite muñi se pāpiṣṭha
purīṣera kīṭa haite muñi se laghiṣṭha
["Sono più peccaminoso di Jagāi e Mādhāi e persino inferiore ai vermi negli escrementi."]
mora nāma śune yei tāra puṇya kṣaya
mora nāma laya yei tāra pāpa haya
[“Chiunque ascolti il mio nome perde i risultati delle sue attività pie. Chiunque pronunci il mio nome diventa peccatore”]
Dopo essersi presentato in questo modo, Śrīla Kṛṣṇadāsa Kavirāja Gosvāmī ha descritto le glorie di Srī Nityānanda Prabhu,
emana nirghṛṇa more kebā kṛpā kare
eka nityānanda vinu jagat bhitare
["Chi in questo mondo, eccetto Nityananda, potrebbe mostrare la Sua misericordia a una persona così abominevole come me?"]
Allo stesso modo, chi altro può essere misericordioso come la prakāśa vigraha di quel Śrī Nityānanda Prabhu, ovvero la forma non differente di Srī Nityānanda Prabhu, il mio gurupāda-padma, Śrī Śrīmad Bhakti Dayita Mādhava Gosvāmī Maharaja. Fu lui che nei primi giorni del mio maṭha-vāsa tagliò i duri nodi nel mio cuore. Fu lui che, nonostante fosse il più adorabile e l'oggetto del mio servizio, organizzò così tante facilitazioni per un'anima condizionata come me. Pieno della compassione di un guardiano (vātsalya), Guru Mahārāja mi nutrì in ogni modo come fossi sua progenie, coinvolgendomi in vari servizi. Privo della tendenza a vedere difetti negli altri e focalizzandosi solo sulle mie insignificanti qualità, su quelle fondamenta mi ispirò a marciare sul sentiero della devozione. "Bhrutaśya paśyati guruṇāpi nāparādhān", in altre parole, non vedendo i difetti del servitore, Guru Mahārāja non ha mancato di assegnare compassionevolmente ogni tipo di servizio a una persona squalificata e offensiva come me.
COSTRETTO AD ACCETTARE UN SEGGIO ELEVATO
“Anche se tutti voi Vaiṣṇava siete seduti sul pavimento mentre io sono seduto su un seggio elevato, ciò non significa che io sia più anziano di voi e voi più giovani di me, e che io sia l'oggetto del vostro servizio e voi siete i miei servitori.
Non sono così imprudente da sedermi con arroganza in una posizione elevata facendo sedere più in basso tutti i Vaiṣṇava e la mia guru-varga, che è una manifestazione non diversa da Sri Nityānanda Prabhu. Sono costretto dalle circostanze a farlo. Comunque non mi sento abbattuto a causa di ciò, perché una volta, durante il Sri Navadvīpa-dhāma-parikramā, fui incaricato di portare in giro la Divinità di Śrīman Mahāprabhu nelle mie mani. Quando poi Guru Maharaja si sedette con molti altri discepoli di Śrīla Prabhupāda, mi chiese di sedermi di fronte a tutti loro reggendo la Divinità di Śrīman Mahāprabhu. Vedendo la mia esitazione, Guru Mahārāja mi disse: “Garuḍa serve restando sopra, Hanumānjī serve stando ai piedi, Yaśodā serve Kṛṣṇa tirandogli le orecchie, i pastorelli servono Kṛṣṇa salendo sulle Sue spalle e le gopi servono Kṛṣṇa facendoGli massaggiare i loro piedi. Pertanto, nel regno della devozione, nel regno dell'amore, ci sono molti tipi di servizi. Ecco perché, allo scopo del servizio, se devi sederti davanti a noi, o dietro di noi, o sopra di noi, o sotto di noi, o se devi darci qualcosa o prendere qualcosa, in qualsiasi condizione non esitare minimamente. Invece, dai sempre la massima priorità al servizio.”
STO PREGANDO PER LE VOSTRE BENEDIZIONI
Quindi, nonostante mi sieda su un seggio elevato, io, che mi sono allenato nei suoi insegnamenti [di Guru Mahārāja], e che considero il suo ideale come il più elevato, sono desideroso di servirvi tutti ricevendo le vostre benedizioni e soddisfacendo il vostro desiderio più profondo. A causa della limitazione delle mie capacità fisiche, accetterò le vostre benedizioni pur sedendomi a un livello superiore.
Perciò ho ferma fede che per uno come me - che ha dimenticato Kṛṣṇa essendo bahirmukha [coloro che provano ad essere felici cercando accomodamenti in questa energia materiale] da tempo immemorabile, e che è il più caduto, costantemente afflitto dalle pene delle miserie materiali inflitte da māyā [l'energia illusoria di Bhagavān] – i miei param-bāndhava [gli amici del cuore] Vaiṣṇava, che sono una manifestazione di Śrī Nityānanda Prabhu e che sono causa del ricordo di Guru-Vaiṣṇava-Bhagavān, non mi priveranno delle loro benedizioni vedendomi seduto più in alto. Prego in modo specifico coloro che, essendo compiaciuti, mi benedicano fino all'ultimo momento della mia vita, e vita dopo vita, affiché io possa continuare a servire i devoti e Bhagavān. Prego che il mio cuore non vada da nessuna parte al di fuori del loro servizio nemmeno per un muhūrta [circa un'ora e trentasei minuti], perché il loro servizio è il massimo.
Tutti quelli che sono diventati servitori di Prabhu e quelli che lo diventeranno in futuro, tutti voi siete i miei liberatori. Pregando Bhagavān, offro i miei omaggi ai piedi di tutti. Prego tenendo un filo di paglia tra i denti, perché mi rendo conto che ho trascorso la mia vita come una stupida bestia al solo beneficio della gratificazione dei sensi, come mangiare e così via. Meditando su queste parole, mi prostro e imploro la misericordia di tutti.
UN'OPPORTUNITÀ DI SERVIRE
Sono persino incapace di offrire sāṣṭāṅga o pañcāṅga praṇāma, in accordo alle parole di questo verso dello Śrīmad-Bhāgavatam “kāyena vācā manasendriyair vā buddhyātmanā vānusṛta-svabhāvāt karoti yad yat sakalaṁ parasmai nārāyaṇāyeti samarpayet tat – in accordo alla particolare natura che uno ha acquisito nella vita condizionata, qualunque cosa faccia con il corpo, la parola, la mente, i sensi, l'intelligenza o la coscienza purificata, la dovrebbe offrire al Supremo pensando: ‘Questo è per il piacere del Signore Nārāyaṇa’”. Nonostante non mi trovi nella posizione di poter servire con il mio corpo, dedico la mia mente, le mie parole, i miei sensi, la mia intelligenza e la mia citta (la mente inconscia) affinchè possa sviluppare amore per i Vaiṣṇava.
In questo tithi, nonostante il mio desiderio di servire i Vaiṣṇava, e nonostante la mancanza di spazio e persone, sono stato infuso di entusiasmo da Sri Gopīnātha Dāsa Bābājī Mahārāja - presidente del tempio della Śrī Gopīnātha Gauḍīya Maṭha e da Śrī Vaṁśīvadana Prabhu - presidente del tempio della Śrī Dāmodara Gauḍīya Maṭha. Rendendo entrambi strumenti, Guru Mahārāja mi ha concesso la meravigliosa opportunità del Vaiṣṇava sevā.
OMAGGI A TUTTI QUELLI CHE SERVONO
In secondo luogo, non è solo quando il servizio è reso in grande quantità che è considerato un ottimo servizio. Allo scopo di ottenere la vittoria su Laṅkā, quando Rāma fece costruire il ponte, proprio come fu notato dal Signore Rāma il notevole servizio reso da Hanumān e dalle altre scimmie, anche il servizio insignificante reso da uno scoiattolo attirò l'attenzione del Signore, sebbene non fosse notato dagli altri. Quindi il servizio è un sentimento del cuore e non un qualcosa da mostrare esteriormente. Se il servizio viene reso per ottenere qualcosa in cambio, non viene considerato servizio.
In questa assemblea sono presenti molti devoti che non solo svolgono tanti servizi loro stessi, ma fanno si che molti servizi vengano svolti anche da altri che non hanno mai avuto una volta nella vita alcuna interazione con me né io con loro. Questi devoti, nonostante appaiano esternamente come miei discepoli, a causa della loro inclinazione al servizio, svolgono la funzione di essere il mio guru.
Qualunque nome, per l'indebolimento del potere della mia memoria, io possa o non possa ricordare, esprimo il mio apprezzamento a tutti loro e li ringrazio. Con il corpo, la mente, la ricchezza e ispirando entusiasmo, chiunque mi abbia aiutato a qualsiasi titolo, offro opportunamente i miei omaggi a tutti e adoro i loro piedi.
Jay! Śrī Śrīmad Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja Ki-jay!!
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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it