IN OCCASIONE DELLA DIVINA APPARIZIONE DI ŚRĪLA BHAKTI KUMUDA SANTA GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA

DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA

Oggi, 19 aprile 2025, ricorre il giorno della divina apparizione di Śrī Śrīmad Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja, un caro discepolo di Śrīla Bhaktisiddhānta Sarasvatī Ṭhākura Prabhupāda. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo un estratto delle sue glorie da 'I Miei Amati Maestri' di Śrī Śrīmad Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja.

I SUOI PRIMI GIORNI E LA SUA ADESIONE ALLA MAṬHA

Śrī Śrīmad Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja apparve nel villaggio di Narmā, nel Bengala Occidentale e ricevette il nome di Rādhā-ramaṇa dāsa in onore dell’adorabile divinità della sua famiglia, Śrī Śrī Rādhā-ramaṇa. Suo padre, Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya, era un jamindār (proprietario terriero), un astrologo praticante e un medico ayurvedico. Rimasto molto colpito dal suo primo incontro con i predicatori della Gauḍīya Maṭha, li invitò a rimanere per alcuni giorni nella sua casa. Dopo aver regolarmente esteso tali inviti ai devoti, Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya conobbe da vicino la Gauḍīya Maṭha.

I predicatori della Śrī Gauḍīya Maṭha erano così contenti del servizio e dell'ospitalità di Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya che rimanevano solo a casa sua durante le loro visite nella sua città. Poiché lui non era particolarmente attaccato all'opulenza di cui godevano i proprietari terrieri di quell'epoca, trascorreva la maggior parte del suo tempo a curare i pazienti e a calcolare le carte astrologiche. Forniva assistenza generosa e sincera ai sannyāsī e ai brahmacārī raccogliendo fondi per lo Śrī Navadvīpa-dhāma parikramā tenuto dalla Śrī Caitanya Maṭha. Aveva la forte ambizione di cercare il suo benessere spirituale, e così, nonostante la sua opulenza mondana e la ricchezza dovuta al suo essere un proprietario terriero, non esitò mai a raccogliere personalmente donazioni. Credeva fermamente che l'associazione con i sādhu fosse l'unico mezzo per raggiungere il benessere in questa vita umana.

Śrī Śrīmad Bhakti Hṛdaya Vana Gosvāmī Mahārāja e Śrī Praṇavānanda Brahmacārī (in seguito conosciuto come Śrī Śrīmad Bhakti Pramoda Purī Gosvāmī Mahārāja), una volta visitarono la casa di Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya per raccogliere fondi per l'imminente Navadvīpa-dhāma parikramā. Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya offrì loro l’equivalente di centotto rupie in monete d'argento, e Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa e suo fratello Kṛṣṇa dāsa ebbero la fortuna di servirli.

Durante i suoi cinque giorni di soggiorno, Śrī Praṇavānanda Brahmacārī osservò che Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa trascorreva la maggior parte del suo tempo seduto in pace nella stanza del tempio, ascoltando l'hari-kathā o eseguendo il kīrtana.

Un giorno, dopo che Śrī Praṇavānanda Brahmacārī cantò Jīva Jāgô Jīva Jāgô, lui e il ragazzo, Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa, discussero del significato del kīrtana. Śrī Praṇavānanda Brahmacārī fu sorpreso di vedere un ardente amore per la kathā e il kīrtana in un ragazzo così giovane. Disse a Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya: "Il comportamento di tuo figlio è piuttosto atipico per un bambino. La sua naturale attrazione per le questioni spirituali mi stupisce. Saremmo molto felici di portarlo con noi nella nostra maṭha. Lì può acquisire sia la conoscenza spirituale che avere un'istruzione regolare. Lo lascerai venire con noi?”

Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya rispose: “Se accetta la tua proposta, puoi sicuramente portarlo con te. Non ho obiezioni."

Śrī Praṇavānanda Brahmacārī chiese a Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa: "Verrai con noi per vivere con i sannyāsī e i brahmacārī nella nostra maṭha di Calcutta, dove puoi ricevere sia l'educazione spirituale che quella materiale?"

"Sì!" Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa rispose immediatamente.

"Lì dovrai servire i sādhu tutto il tempo, proprio come stai facendo qui", gli disse Śrī Praṇavānanda Brahmacārī.

"Ciò aumenterà solo la mia fortuna", rispose con entusiasmo giovanile. In questo modo Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa acconsentì e accompagnò i due Vaiṣṇava alla maṭha al nr. 1 di Ulṭadāṅgā Road, Calcutta, che all'epoca era un appartamento in affitto.

La madre di Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa, Śrī Ratna-mayī devī, era una donna considerevolmente devozionale. Era il suo terzo e più giovane figlio ed era stato cresciuto in mezzo alla ricchezza. Prima che partisse per la maṭha, lei lo istruì opportunamente sul suo futuro soggiorno nell'austera atmosfera della residenza del suo guru. Lo abbracciò, gli baciò la fronte e gli disse con le lacrime agli occhi: "Bābā! Il tuo scopo è nobile. Rendi la realizzazione di questo scopo l'unico obiettivo della tua vita."

Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya accompagnò suo figlio a Calcutta, dove ebbe il darśana di Śrīla Prabhupāda e gli parlò del ragazzo.

Śrīla Prabhupāda chiese a Śrī Rādhā-ramaṇa dāsa, "Allora, khokā [colloquialismo bengalese per "ragazzino", simile alla parola inglese "kiddo"], sarai in grado di rimanere qui?"

"Sì, sì", rispose. "Sarò sicuramente in grado di rimanere."

Dopo essersi unito alla maṭha, il ragazzo si iscrisse a una scuola vicina, la New Indian High School, e trascorse così il suo tempo tra i suoi servizi alla maṭha e gli studi. A volte Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī lavava i panni dei sannyāsī e dei brahmacārī, e talvolta puliva le loro stanze. Altre volte, puliva la stanza del tempio con grande gioia. I devoti della maṭha erano affascinati dall'entusiasmo del ragazzo e dalla sua sincera inclinazione a servire. Inoltre, la voce di Śrī Rādhā-ramaṇa era molto dolce. Si sedeva con i devoti e cantava i kīrtana con loro, aumentando la loro estasi.

Un giorno, dopo che Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī aveva completato i suoi studi alla New Indian High School, Śrīla Prabhupāda disse ai discepoli sannyāsī e brahmacārī affollati intorno a lui: “Quando vedo quanto sinceramente e rapidamente questo ragazzo compia i suoi servizi, mi viene da pensare che se trascorresse la sua vita nella maṭha, potrei delegargli molti servizi senza preoccupazioni. Ma poiché è giovane e ha appena finito gli studi, spetta ai suoi genitori dire se continuerà a rimanere qui."

Qualche tempo dopo, Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya visitò la maṭha di Calcutta e chiese a suo figlio: “Vuoi continuare i tuoi studi? Se vuoi acquisire un'istruzione superiore, sono felice di parlare con Śrīla Prabhupāda e prendere accordi affinché tu lo faccia.”

Śrī Rādhā-Ramana brahmacārī rispose, “Ho sentito da Śrīla Prabhupāda ‘jaḓa-vidyā ĵatô māyāra vaibhava, la conoscenza materiale è semplicemente l’opulenta manifestazione della potenza illusoria di Bhagavān.” Inoltre Ṭhākura Bhaktivinoda ha dichiarato in Śaraṇāgati, ‘vidyāra gaurave bhrami’ deśe deśe dhana upārjana kôri - nell'orgoglio di aver acquisito conoscenza mondana, ho semplicemente vagato da un paese all'altro accumulando ricchezza materiale." Inoltre, il Śrī Caitanya-bhagavata (Ādi-khaṇḍa 12.49) menziona:

paḓe kene loka? kṛṣṇa-bhakti jānibāre
se ĵadi nahilô, tabe vidyāya ki kare?

[Perché le persone studiano? Per conoscere la kṛṣṇa-bhakti. Ma a che serve acquisire conoscenza se questa devozione non sorge?]

Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī continuò, “Poiché ho ascoltato, e preso a cuore, il vero scopo di queste affermazioni e di altre dichiarazioni simili che si trovano nelle Scritture, sono determinato a non perdere il mio tempo prezioso in questa vita umana per acquisire un’istruzione superiore, comodità materiali o guadagnarmi da vivere. Voglio ottenere la conoscenza spirituale e quindi realizzare il vero scopo di vivere nella maṭha.”

Dopo che Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī si consultò con Śrī Praṇavānanda Brahmacārī riguardo al suo futuro, decise che, secondo il suo attuale interesse e inclinazione, sarebbe stato meglio studiare il sanscrito sotto la guida del discepolo di Śrīla Prabhupāda Śrī ‘Kavya-vyākaraṇa-tīrtha’ Gaura dāsa Paṇḍita per comprendere i canoni delle scritture Gauḍīya Vaiṣṇava. Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī presentò questa proposta a Śrīla Prabhupāda, che dette il suo permesso. Così Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī si trasferì da Calcutta alla Śrī Caitanya Maṭha di Śrīdhāma Māyāpura.

Qualche tempo dopo, quando Śrīla Prabhupāda tenne un grande evento per presentare la mostra Sat-śikṣa Pradarśinī a Śrīdhāma Māyāpura nell'anno 1930, ordinò a Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī, che era in quel periodo assorto nello studio della grammatica sanscrita, di dedicarsi ai servizi legati alla mostra. Secondo le istruzioni di Śrīla Prabhupāda, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī avrebbe dovuto fornire agli ospiti spiegazioni valide dal punto di vista delle scritture a riguardo dei numerosi spettacoli della mostra. All'insaputa di lui, Śrīla Prabhupāda ascoltò queste spiegazioni, e quando la madre, il padre e i due fratelli maggiori di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī, vennero a vedere la mostra, Śrīla Prabhupāda lodò profusamente il ragazzo.

Disse a Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya e a Śrī Ratna-mayī devī: “Vostro figlio più giovane ha maturato qualifiche sostanziali per qualcuno della sua età. Al momento sta studiando la grammatica sanscrita e sta servendo sinceramente gli abitanti del dhāma.”

Alla mostra, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī parlò per qualche tempo con i membri della sua famiglia delle glorie di Śrīla Prabhupāda, dell'eredità degli insegnamenti di Śrīla Prabhupāda, della specialità della Gauḍīya Maṭha e dello scopo profondo dei temi della mostra. Quindi, chiese loro di attrarre la buona fortuna nelle loro vite prendendo rifugio ai piedi di loto di Śrīla Prabhupāda. Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya e Śrī Ratna-mayī devī rimasero senza parole dallo stupore per il loro figlio più giovane. Decisero in quel momento che loro e i loro tre figli sarebbero diventati tutti discepoli di Śrīla Prabhupāda.

Śrīla Prabhupāda fece piovere la sua misericordia su Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya, su sua moglie Śrī Ratnamayī devī e sui loro figli Śrī Rādhā-śyāma Rāya, Śrī Rādhā-vinodā Rāya e Śrī Rādhā-ramana Rāya, concedendo a tutti loro l’harinama. Quindi chiese ai genitori di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī: "Vi opponete al fatto che Rādhā-ramaṇa continui a rimanere nella maṭha?"

Śrī Vaikuṇṭhanātha Rāya e Śrī Ratna-mayī devī replicarono: "Per favore, considera questo ragazzo come offerto al servizio dei tuoi piedi di loto."

LA SUA ASTUZIA NEL SERVIZIO

Secondo il desiderio di Śrīla Prabhupāda, il quotidiano Dainika Nadiya Prakāśa fu stampato da Māyāpura. Un giorno accadde che non c'erano scorte di carta per la stampa del giorno successivo e il tempo piovoso stava rendendo difficile procurarsi una nuova scorta. Śrī Prāṇavānanda Brahmacārī, che era l'editore del giornale in quel momento, informò Śrīla Prabhupāda della situazione e gli chiese cosa fare.

Śrīla Prabhupāda chiese: “C'è qualcuno che può portare carta dalla nostra tipografia Bhāgavata di Kṛṣṇanagara?”

Śrī Prāṇavānanda Brahmacārī disse: "Rādhā-ramaṇa Brahmacārī è qui, e andrà se glielo dici."

Śrīla Prabhupāda ordinò quindi a Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī di andare e il ragazzo partì immediatamente per Kṛṣṇanagara in bicicletta. Dopo aver percorso una lunga distanza sotto la pioggia, finalmente raggiunse la sua destinazione. Quando raccolse la scorta di carta, i devoti della Bhāgavata Press la legarono sul retro della sua bicicletta. I nodi che fecero, tuttavia, erano piuttosto allentati e l'intero fascio di carta cadde a terra durante il suo viaggio di ritorno. Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī rimosse immediatamente il suo dhotī, che misurava circa cinque metri, e lo sostituì con il suo uttarīya (panno superiore), che misurava solo due metri. Usando il dhotī, legò molto bene il foglio, lo fissò alla bici e lo portò con cura a Mayapura. Al ritorno di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī, Śrīla Prabhupāda fu informato della situazione e lodò il ragazzo, riconoscendo che sebbene fosse molto giovane, mostrò grande astuzia in una situazione difficile.

I MANTRA-DĪKṢĀ

Quando Śrīla Prabhupāda vide, durante la mostra Sat-śikṣa Pradarśinī a Śrīdhāma Māyāpura, quanto fosse abile Śrī Rādhā-ramana, inserì il suo nome nell'elenco dei devoti che avrebbe inviato a Ḍhākā dove si sarebbe tenuta una mostra. Quando Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī lo scoprì, fece appello a Śrī Śrīmad Bhakti Viveka Bhāratī Gosvāmī Mahārāja, “I miei studi di grammatica sono già stati messi in pausa durante la mostra a Śrīdhāma Māyāpura. Se vado a Ḍhākā, praticamente cesseranno del tutto.”

Quando Śrīla Bhāratī Gosvāmī Mahārāja pose la questione davanti a Śrīla Prabhupāda, Śrīla Prabhupāḍa chiamò Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī e gli disse: “Pensare che dobbiamo prima ottenere qualche qualifica prima di provare a servire Śrī Hari, semplicemente attira gli ostacoli nella nostra vita. Chi è a conoscenza di cosa potrebbe accadere nel tempo che trascorriamo a ricercare la perfezione? Il tempo a disposizione in questa forma di vita umana è momentaneo. Non possiamo fidarci che il nostro respiro durerà.

“La risaia sul campo deve essere asciugata mentre il sole splende ancora. È meglio cogliere tutte le opportunità che possono sorgere per l'hari-sevā. La tua qualifica aumenterà sempre più servendo il Signore, piuttosto che perseguire autonomamente le conoscenze grammaticali. Solo una vita condotta sotto la guida porta il buon auspicio per un cercatore spirituale che risiede in un āśrama.”

Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī prese a cuore le istruzioni misericordiose di Śrīla Prabhupāda e le fissò come istruzione principale per essere guidato sulla via del benessere spirituale. Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī fu così sempre fedelmente impegnato in vari servizi e, nel 1934, alla Bāgbāzār Gauḍīya Maṭha di Calcutta, Śrīla Prabhupāda concesse a Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī i mantra- dīkṣā.

LE LODI E LE CRITICHE DELLE PERSONE ORDINARIE SONO SOLO PER LA LORO GRATIFICAZIONE DEI SENSI

I devoti della Śrī Madhva Gauḍīya Maṭha di Ḍhākā scrissero una volta a Śrīla Prabhupāda chiedendogli di inviare un kīrtanīyā per la maṭha. Sapendo che Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī era un kīrtanīyā eccezionale, Śrīla Prabhupāda gli chiese se poteva fare il viaggio da solo. Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī disse con sicurezza che poteva e, accettando l'ordine del suo gurudeva, partì per Ḍhākā. Il viaggio richiedeva di viaggiare prima su una nave a vapore e poi su strada.

Essendo il primo passeggero ad arrivare sulla nave a vapore, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī si sedette accanto a uno dei finestrini della nave. Dopo qualche tempo, la nave iniziò lentamente a riempirsi di passeggeri. I passeggeri che arrivarono dopo di lui gli dissero: “Spostati. Perché sei seduto vicino al finestrino? Sei un bambino piccolo e puoi sederti ovunque. L'aria fresca serve agli anziani. Perché hai preso questo posto? Alzati da qui e vai a sederti altrove.”

Un'altra persona commentò: “Oggi le persone danno alla luce un bambino e, senza assumersi la responsabilità di prendersi cura di lui, lo lasciano nella maṭha. Questi bambini diventano quindi "sādhu" a causa della pigrizia e della loro avversione al lavoro.” Dopo aver ascoltato questi commenti, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī si alzò silenziosamente dal suo posto e si fermò vicino all'ingresso della nave, in modo che nessuno potesse essere disturbato ulteriormente. Vedendo questo, tutti ne furono soddisfatti e rimasero in pace.

Circa dieci minuti dopo essersi spostato dal posto vicino al finestrino, un annuncio arrivò dall'altoparlante: “Per favore, state tutti attenti. L'oceano è molto agitato oggi e non abbiamo alcun controllo sulla nave. Siamo in pericolo. Può succedere di tutto, quindi, per favore, ricordate Dio e pregateLo per la nostra sicurezza."

Sentendo questo, uno dei passeggeri, un vecchio che in precedenza si era lamentato di Śrī Rādhā-ramana Brahmacārī, iniziò a piangere e si lamentò: “Mia figlia deve sposarsi e io sto portando la sua dote e gli ornamenti nuziali. Se succede qualcosa alla nostra nave, cosa accadrà al matrimonio di mia figlia? Tutto sarà rovinato."

Un altro passeggero rispose: "Non hai sentito l'annuncio? Stanno dicendo di ricordare Dio, quindi questo non è il momento per parlare di queste cose.”

Il vecchio rispose: “Dio non ci ascolterà, perché non abbiamo mai fatto il suo bhajana. Ma sicuramente ascolterà questo giovane sādhu. Sebbene sia molto giovane, ha capito il vero valore della vita."

Quindi, tutti i passeggeri che prima si erano lamentati di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī, lo fecero sedere a forza e gli chiesero di pregare per la loro salvezza. Ma lui rispose: “Ho sentito dal mio Guru Mahārāja che il Signore ascolta solo le preghiere dei suoi devoti arresi. Dato che non mi sono ancora arreso a Lui, non mi ascolterà nemmeno, che dire di soddisfare qualsiasi richiesta che io possa presentare. Tuttavia, il mio Guru Mahārāja ha anche menzionato che dovremmo sempre eseguire il nāma-saṅkīrtana. Pertanto, posso cantare l’hare kṛṣṇa mahā-mantra e tutti voi potete ripeterlo in un kīrtana. Ma non posso garantire che Dio ci ascolterà o ci salverà.” I passeggeri accettarono la sua proposta e tutti iniziarono a fare il kīrtana. Dopo qualche tempo, la nave arrivò a destinazione in salvo.

Śrīla Santa Gosvāmī Mahārāja menzionò spesso questo passatempo e, nel farlo, ci insegnò che sia le critiche che le lodi della gente comune non hanno assolutamente alcun valore, e quindi non dovremmo mai essere influenzati da ciò che possono dire. Queste persone lodano e criticano solo per il proprio piacere dei sensi.

RIVOLGERSI AI CONFRATELLI E AGLI ALTRI VAIṢṆAVA COME 'PRABHU'

Una volta, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī chiese a Śrīla Prabhupāda perché i confratelli si chiamano l’un l’altro "Prabhu" e Śrīla Prabhupāda diede la seguente risposta:

"Si dice 'gurura sevaka haya mānya āpanāra: il servitore del proprio guru deve essere riverito.' Secondo questa nozione, ci rivolgiamo a tutti i nostri confratelli, sia senior che junior, come 'Prabhu' in modo da poter coltivare il senso di essere più umile di un filo d'erba. Se una persona si considera un Vaiṣṇava, mentre considera gli altri più giovani o meno avanzati di lui, sta solo nutrendo un egoismo mondano. Nel regno della spiritualità, se ci vediamo come i servitori del nostro guru, l'idea che un altro sia inferiore o meno qualificato di noi non entrerà mai nei nostri cuori. Quindi, non avremo la possibilità di provare malizia o disprezzo per gli altri.

"Questo è il segreto di rivolgersi l’un l’altro come "Prabhu." Se si desidera rinunciare al grossolano egoismo e diventare un servitore di śrī gurudeva, non si devono considerare i servitori di śrī gurudeva in termini di anziano e giovane. Come affermano le Scritture, 'tad bhṛtya bhṛtya bhṛtasya bhṛtyam iti māṁ smara lokanātha — O Signore dell'universo, desidero ricordare per sempre che non sono che il servitore del servitore del servitore del Tuo servitore.” Dobbiamo interiorizzare profondamente questa concezione. In questo modo, le Scritture ordinano che i servitori di śrī guru, e di fatto tutti i Vaiṣṇava, debbano essere chiamati "Prabhu."

LA SUA PROFONDA VISIONE E LA PREOCCUPAZIONE PER I RESIDENTI DELLA MAṬHA

Una volta, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī e il mio Guru Mahārāja (allora conosciuto come Śrī Hayagrīva Brahmacārī), si trovavano alla Gauḍīya Maṭha di Madras. Sebbene fossero brahmacārī e non sannyāsī, erano accettati come anziani esperti perché seguivano sinceramente Śrīla Prabhupāda.

Durante il loro soggiorno, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī notò che un particolare brahmacārī si rifiutava di mescolarsi con gli altri residenti della maṭha e difficilmente parlava con qualcuno. Cercava invece la solitudine ovunque potesse trovarla, per concentrarsi sulla lettura e sul canto. Percependo qualcosa di sospetto in queste attività, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī si avvicinò a Śrī Hayagrīva Brahmacārī e gli parlò delle sue sensazioni. Disse: “Prabhu, sebbene questo brahmacārī canti e legga molto ed eviti i pettegolezzi, sento che qualcosa non va. Puoi indagare per favore?"

Śrī Hayagrīva Brahamacārī capì il motivo legittimo della preoccupazione di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī e, in seguito, chiamò il brahmacārī e gli chiese: “Ho sentito che non ti associ con nessun altro residente della maṭha, che dire di scherzare o stare seduto con loro per prendere il prasāda. Perché questo?"

Il brahmacārī rispose: "Non desidero essere coinvolto nei pettegolezzi, ed è per questo che preferisco restare in disparte."

Śrī Hayagrīva Brahamacārī disse: “Penso che sarebbe meglio per te sederti con loro e sviluppare relazioni. Cerca di condurre la tua vita in modo naturale, come fanno gli altri residenti della maṭha. A volte, anche se devi scherzare e fare pettegolezzi con loro, non è un problema. Perché? Perché c'è qualcosa da imparare in ogni singola attività dei devoti.”

Sentendosi completamente confuso, il brahmacārī rispose: “Prabhu, sebbene tu sia molto più anziano di me, mi stai istruendo a fare il contrario di quello che ho sentito dire da altri Vaiṣṇava anziani. Non voglio che tu ti senta come se ti sfidassi, ma Śrīman Mahāprabhu ha detto di non ascoltare o parlare di pettegolezzi. Ma tu mi stai chiedendo di indulgere in conversazioni materiali con i brahmacārī, se necessario. Questo è molto sconcertante."

Śrī Hayagrīva Brahmacārī allora si spiegò: “Ascolta bene. Attualmente risiedi in questa maṭha solo con il corpo e non con la mente. Se non ascolterai le mie parole, dopo qualche tempo anche il tuo corpo se ne andrà da qui; tornerai sicuramente a casa tua. Ma se segui quello che ti ho suggerito, almeno continuerai a rimanere qui con il corpo e poi, gradualmente, anche la tua mente verrà a rimanere nella maṭha. Pertanto, sii tranquillo e prova a seguire ciò che ti ho detto."

Questo esempio mostra che sebbene Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī fosse considerevolmente giovane, era dūra-darśī, capace di vedere ciò che sarebbe avvenuto in futuro oltre le circostanze attuali. Mentre le persone comuni hanno una concezione esteriore di qual è la condotta corretta e quella impropria, la percezione di coloro che sono dūra-darśī si estende oltre le apparenze esterne. Tali persone possono vedere chiaramente ciò che è profondamente situato nei cuori degli altri, così come ciò che ne sarà in futuro. Sia il mio Guru Mahārāja che Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī poterono vedere che, poiché la mente di questo brahmacārī non era fissa nel considerarsi un servitore di Śrī Hari, guru e Vaiṣṇava, si sarebbe stancato rapidamente del suo rigoroso sādhana e avrebbe lasciato la maṭha.

Qualche tempo dopo, quel brahmacārī ricevette una lettera. Ma invece di indirizzarla alla maṭha, il mittente la indirizzò a una famiglia gṛhastha vicina. Vedendo che era arrivata una lettera per un residente della maṭha, quella famiglia spiegò la situazione a Śrī Hayagrīva Brahmacārī e gli consegnò la lettera. Dopo averla letta, Śrī Hayagrīva Brahmacārī apprese che il brahmacārī aveva precedentemente inviato una lettera a sua madre, informandola che sarebbe presto tornato a casa, e che quindi avrebbe dovuto organizzare per lui sia per un lavoro che per una moglie. La lettera che Śrī Hayagrīva Brahmacārī aveva ricevuto era la risposta della madre, in cui accettava la responsabilità e gli diceva di tornare subito. Poco dopo l'arrivo della lettera, il brahmacārī lasciò la maṭha.

Anche se assolutamente nessuna indicazione del suo disordine mentale era visibile quando stava nella maṭha, sia Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī che il mio Guru Mahārāja avevano capito molto chiaramente la situazione. Fortunatamente, a causa delle impressioni che aveva ricevuto in seguito al suo soggiorno nella maṭha, questo brahmacārī in un secondo tempo accettò la vera verità e tornò alla maṭha all'età di sessantacinque anni e, ricordando il dūra-darśitā di Śrīla Santa Gosvāmī Mahārāja, dopo un po’ di tempo accettò sannyāsa da lui.

IL SUO CORAGGIO DI ACCETTARE LA VERITÀ

Śrīla Prabhupāda lasciò questo mondo poco dopo la fine dell'infanzia di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī. Il cuore di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī si spezzò nel vedere il deplorevole stato della Gauḍīya Maṭha a seguito della dipartita di Śrīla Prabhupāda. Dato che era ancora abbastanza giovane, sentiva che sarebbe stato meglio se fosse tornato dalla sua famiglia invece di sopportare la spiacevole situazione in cui si trovava. Pensando così, Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī espresse il suo desiderio a suo padre, Śrī Vaikuṇṭhanātha Prabhu, che accettò la sua proposta e lo accolse a casa.

Udendo la notizia della partenza di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī dalla maṭha, il mio Guru Mahārāja andò a casa sua e chiese a Śrī Vaikuṇṭhanātha Prabhu: “Sei un discepolo di Śrīla Prabhupāda. Anche se è tuo figlio che ti sta chiedendo di tornare a casa, come puoi permetterglielo?"

Śrī Vaikuṇṭhanātha Prabhu rispose: "In realtà, non desidero che lasci la maṭha, ma allo stesso tempo non voglio che si scoraggi e che non ci sia nessuno a sostenerlo perché ha scelto un altro percorso; non voglio che si senta abbandonato o senza titolo per la sua eredità. Per questo motivo, gli ho permesso di tornare a casa. Se preferisci che rimanga un brahmacārī e ritorni alla maṭha, allora può venire con te se è d'accordo. Non ho obiezioni e di fatto mi farebbe piacere."

Guru Mahārāja discusse la questione con Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī, che gli disse: “Śrī Hayagrīva Prabhu, hai avuto così tanti problemi a causa mia. Cercando di riportarmi alla maṭha, mi hai trattato come il migliore degli amici. Sono in debito con i tuoi piedi di loto per questo. Tuttavia, anche se sono d'accordo di vivere di nuovo alla maṭha e, come servizio a Śrī Hari, essere coinvolto nel caso giudiziario in corso, dubito che sarò in grado di conciliare le mie preoccupazioni per il futuro della maṭha. Data l'impressione che ho di come i residenti della maṭha si trattano a vicenda a seguito della scomparsa di Śrīla Prabhupāda, non mi sento molto ansioso di tornare là. Per favore, perdonami per questo. Ti prometto che presto valuterò in profondità tutte queste questioni."

Dopo che Guru Mahārāja se ne fu andato, Śrī Rādhā-ramaṇa pensò: “Che cosa ho fatto! Ho sventato i piani di un Vaiṣṇava che era preoccupato per il mio benessere e l’ho umiliato costringendolo a tornare indietro." Consapevole che questo sarebbe diventato un impedimento al suo bhajana, trascorse i giorni che seguirono con rimpianto, mangiando e dormendo solo per abitudine.

Dopo alcuni giorni, gli venne in mente un particolare passo delle scritture: “śubhasya śīghram aśubhasya kāla haraṇam: le buone azioni dovrebbero essere compiute immediatamente mentre le cattive azioni dovrebbero essere ritardate." Con questo in mente, si presentò davanti a Guru Mahārāja, che allora predicava a Medinīpura. Guru Mahārāja fu così contento e sorpreso di vedere la determinazione di Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī a dedicare la sua vita al servizio di Śrī Hari, guru e Vaiṣṇava, che sentiva di dovergli concedere il sannyāsa. Poiché Guru Mahārāja non era un sannyāsī a quel tempo, chiese a Śrī Śrīmad Bhakti Vicāra Yāyāvara Gosvāmī Mahārāja di dare sannyāsa a Śrī Rādhā-ramaṇa Brahmacārī. Śrīla Yāyāvara Gosvāmī Mahārāja accettò la proposta e gli conferì il sannyāsa nel tempio di Kṣīra-corā Gopīnātha a Remuṇā. Da quel momento, fu conosciuto come Śrī Śrīmad Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja.

Non avevamo mai sentito parlare di questo fatto da nessuno, incluso il nostro Guru Mahārāja, fino a quando Śrīla Santa Gosvāmī Mahārāja stesso ne parlò durante il Vraja-maṇḍala parikramā a Vṛndāvana, e più tardi alla nostra Śrī Caitanya Gauḍīya Maṭha a Chandigarh. Śrīla Mahārāja spesso diceva: “Ho ricevuto enorme beneficio dalla guida affettuosa di pūjyapāda Mādhava Mahārāja. Mi ha salvato la vita. Cosa mi sarebbe successo se fossi rimasto a casa? Mi ha salvato da un grande pericolo."

Śrīla Santa Gosvāmī Mahārāja e il mio Guru Mahārāja erano tra i molti discepoli di Śrīla Prabhupāda che stavano alla Śyāmānanda Gauḍīya Maṭha di Medinīpura, in Bengala. Sebbene Guru Mahārāja raccolse molte donazioni e acquistò la proprietà per costruire quella maṭha, fece tutto a nome di Śrīla Santa Gosvāmī Mahārāja, e non a suo nome. Tale era l'affetto che aveva per lui. Śrīla Santa Gosvāmī Mahārāja diceva spesso: “Non sono il maestro di niente e di nessuno. Sono solo un servitore. Finché i miei confratelli accettano il mio servizio, lo offrirò. Se non fossero più interessati a riceverlo, rimarrò con chiunque acconsenta a darmi rifugio.”

Jay! Śrī Śrīmad Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja Ki-jay!!

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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it