IN OCCASIONE DELLA DIVINA APPARIZIONE DI ŚRĪMATĪ GAṄGĀMĀTĀ GOSVĀMINĪ

DI ŚRĪ ŚRĪMAD BHAKTI VIJÑĀNA BHĀRATĪ GOSVĀMĪ MAHĀRĀJA

Oggi, 05 giugno 2025, ricorre il giorno della divina apparizione di Śrīmatī Gaṅgāmātā Gosvāminī. Di seguito, in onore a questo tithi, pubblichiamo un estratto di un bhāva anuvāda della kathā data da Śrīla Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja l'8 giugno 2014.

Oggi è un giorno molto speciale; è il giorno dell'apparizione di Gaṅgāmātā Gosvāminī. È essenziale ricordare i Vaiṣṇava nei loro giorni di apparizione e scomparsa; questo ricordo è un ramo della bhakti mentre non ricordarli nei loro tithi è considerato un'offesa.

ACCETTAZIONE DELL'INIZIAZIONE

Gaṅgāmātā Gosvāminī era una principessa di nome Śacī-devī. Suo padre era il re di Puṭiyā, nel distretto di Rājaśāhī, nell'attuale Bangladesh.

In giovane età, andò a Vṛndāvana insieme a sua zia Mādhavī-devī. Quando incontrò Sri Haridāsa Paṇḍita Gosvami, desiderò accettare l'iniziazione da lui. Tuttavia lui non fu disposto ad accettarla come discepola perché suppose che, dato il suo status di principessa e la sua bellezza giovanile, non sarebbe stata in grado di risiedere a Vrindavana e di sostenersi con il mādhukarī, chiedere l'elemosina porta a porta. E così respinse la sua richiesta. Avvilita, rimase a Vṛndāvana, praticando le pratiche spirituali con grande rinuncia. Lieto di vedere la sua rinuncia, Srī Haridāsa Gosvāmī, cambiò idea e la benedisse con l’harināma e i dīkṣā mantra.

KṢETRA-SANNYĀSA A JAGANNĀTHA PURĪ

Śrīmatī Śacī-devī era abbastanza erudita. Poiché era molto abile con le Scritture, teneva eccellenti discorsi sullo Srimad-Bhagavatam. Di conseguenza, divenne una famosa oratrice del Bhagavata. Più tardi, Haridāsa Gosvāmī la mandò a Jagannātha Purī, nella śrīpāṭa (residenza) di Sārvabhauma Bhaṭṭācārya e le ordinò di recitare quotidianamente lo Śrīmad-Bhāgavatam lì e di istruire gli altri nell’hari-bhakti. Le conferì anche il kṣetra-sannyāsa: in altre parole, fece voto di non lasciare mai Jagannātha Purī-dhāma. Seguendo l'ordine del suo maestro spirituale, andò a Jagannātha Purī. I suoi discorsi sul Bhagavata attirarono molti. Il re dell’Orissa, dopo aver ascoltato da lei, sentì ispirazione a darle una grande donazione, ma lei la rifiutò perché non desiderava accumulare beni terreni.

LA DIVINITA’ DI RASIKA-RĀYA GIUNGE A GAṄGĀMĀTĀ GOSVĀMINĪ

La Divinità di Rasika-Raya era stata precedentemente adorata da un brāhmaṇa di Jaipur. Col tempo, fu preso dall'ansia su come sarebbe potuto continuare il servizio a Rasika-rāya dopo di lui, poiché non aveva discendenti. Di conseguenza, in sogno, Rasika-rāya gli ordinò di cedere il suo servizio a Gaṅgāmātā a Jagannātha Purī. Quando il brāhmaṇa arrivò con Rasika-rāya, e riferì tutto a Gaṅgāmātā, lei rifiutò di accettare il servizio della Divinità. Tuttavia, secondo le istruzioni di Rasika-rāya, il brāhmaṇa lo pose sotto una pianta di tulasī nel giardino di Gaṅgāmātā e se ne andò. Il mattino seguente, quando Gaṅgāmātā andò per il tulasī parikramā, vi trovò la Divinità.

Come poteva lasciare che la Divinità rimanesse senza alcuna adorazione? Così la portò a casa e prese accordi per il suo servizio. Il re, Mukunda Deva, si incaricò di tutto il necessario e inviò i bisogni quotidiani di riso, cereali, burro chiarificato e così via dal suo tempio per il servizio di Rasika-rāya. Questo bellissimo tempio in pietra appartenente al re si trova sulla strada principale da cui passa il Ratha di Jagannātha ogni anno. Anche il padre e il nonno del re servivano in quel tempio.

COME OTTENNE IL NOME GAṄGĀMĀTĀ GOSVĀMINĪ

Nel mese di Caitra, alcuni seguaci di Gaṅgāmātā che stavano andando a fare un bagno sacro a Varuṇī-gaṅgā, le chiesero di unirsi a loro per il pellegrinaggio. Sebbene avesse un profondo desiderio di andare, non poteva, a causa del suo voto di kṣetra-sannyāsa. Per soddisfare il suo desiderio, Gaṅgā-devī le apparve in sogno e disse: “Non devi andare lì per fare il bagno nelle mie acque. Verrò personalmente a Sveta-sarovara." Sveta-sarovara è uno stagno costruito dal re Sveta Vahana, proprio come il re Indradyumna aveva costruito il Narendra-sarovara. A mezzanotte in quel particolare tithi [Caitra-kṛṣṇa-trayodaśī], quando Gaṅgāmātā si bagnò nello Sveta-sarovara secondo le istruzioni che ricevette in sogno, una forte corrente delle acque del Gange la portò all'interno del santuario interno del tempio del Signore Jagannātha.

Ogni giorno, di notte, la porta principale del tempio viene chiusa con tre diverse serrature, sigillata con cera e aperta appena prima di maṅgala-ārati in presenza di tre persone designate. Una serratura viene aperta dal rappresentante dei pūjārī, conosciuto come Bhitarchu Mahāpātra, l’altra serratura viene aperta dal rappresentante del re, e la terza è aperta dal pūjārī, come rappresentante dei paṇḍā. Bhitarchu Mahāpātra entra per primo e si rivolge al Signore Jagannātha tre volte dicendo: “Sarveśvareśvara Maṇimā! Rājādirāja Maṇimā! Devādideva Maṇimā!” e quindi apre la porta. A quel punto, tre pūjārī entrano contemporaneamente nel santuario per offrire l’ārati alle tre Divinità. Quindi inizia il maṅgala-ārati. Questo è il mandato quotidiano.

Quel giorno, quando entrarono i pūjārī, rimasero stupiti nel vedere Śacī-devī all'interno del tempio. Sostenendo che si fosse nascosta all'interno del tempio con l'intenzione di rubare gli oggetti di valore dal forziere delle Divinità, la imprigionarono in un hajāt (un luogo di detenzione) all'interno del tempio stesso.

Più tardi, quello stesso giorno, quando fu il momento per l'offerta della bhoga a Jagannātha, Lui non arrivò ad accettarla. Come si accerta questo? Quando i pūjārī prendono l'ācamana prima di offrire la bhoga, vedono, rispettivamente, un riflesso delle Divinità di Jagannātha, Baladeva e Subhadrā nell'acqua purificatrice dei loro palmi. Ma quel giorno non lo videro (il riflesso). Quindi, supponendo che fosse stata commessa un'offesa, a causa della quale Jagannātha ne rimase turbato, a tutte le preparazioni fu dato samadhi. Quindi fu eseguito un sacrificio del fuoco, dopo di che la bhoga fu cucinata di nuovo. Ma anche quando la bhoga fu offerta per la seconda volta, Jagannātha non la accettò. Quando questo si ripeté per la terza volta, fu avvisato il re. Immediatamente il re andò davanti a Jagannātha e decise di digiunare fino a quando Jagannātha non avesse accettato la bhoga. Allora, attraverso una voce aerea, Jagannātha disse: "Poiché i pūjārī hanno accusato il mio caro devoto di furto, non accetterò alcuna adorazione dalle loro mani."

Sentendo ciò, i sacerdoti pregarono: “Abbiamo commesso un'offesa ai Tuoi piedi di loto, ma Tu sei il nostro unico rifugio.

bhūmau skhalita-pādānāṁ
bhūmir evāvalambanam
tvayi jātāparādhānāṁ
tvam eva śaraṇaṁ prabho

(Skanda Purāṇa)

["Proprio come il terreno è l'unico supporto per coloro i cui piedi sono scivolati, così Tu solo sei l’unico rifugio, anche per coloro che ti hanno offeso."]

Quando una persona cade a terra con il supporto di chi si rialzerà? Si rialzerà con il supporto del terreno stesso.

Queste sono le Tue stesse parole."

Perciò il Signore disse: "Solo se tutti i paṇḍā, [insieme al Re] diventeranno suoi discepoli, accetterò il loro servizio." Successivamente, quando i paṇḍā si avvicinarono a Śrīmatī Śacī-devī per l'iniziazione, lei fu colta di sorpresa. Disse: "Poiché siete i servitori di Jagannātha, siete tutti miei tirtha-guru, quindi come potete diventare miei discepoli?" Tuttavia, i paṇḍā insistettero: "Se non ci accetti come discepoli, Jagannātha non accetterà il nostro servizio!" [Il Signore Jagannātha incaricò anche Śacī-devī in sogno di iniziarli.] Così alla fine accettò. E così il re, essendo il principale servitore di Jagannātha, divenne suo discepolo, insieme a tutti i paṇḍā. Successivamente, Jagannātha accettò di nuovo il loro servizio.

Da allora in poi Śveta-sarovara divenne noto come Sveta-gaṅgā [e Śrīmatī Śacī-devī divenne nota come Gaṅgāmātā Gosvāminī.]

Jay! Srīmati Gaṅgāmātā Gosvāminī Ki-jay!!

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Tradotto dal team di Bhaktiyoga.it